Torino, 14 ago. (LaPresse) – Dopo che il Parlamento di Atene stamane ha approvato, al termine di un dibattito fiume nella notte, il terzo piano di salvataggio, tocca all’Eurogruppo dare il suo via libera. I ministri delle Finanze della zona euro sono entrati nel pomeriggio al vertice a Bruxelles, in una riunione che si prospetta complessa. La seduta, ha previsto il presidente Jeroen Dijsselbloem prima di entrare, “non sarà breve”, “ci saranno domande” e “ci saranno critiche”. In mattinata aveva elogiato Atene, definendo una “buona notizia” l’approvazione del Parlamento.

Le dichiarazioni dei partecipanti in arrivo alla riunione a Bruxelles sono parse improntate a un cauto ottimismo, anche se in molti hanno evidenziato le criticità ancora da discutere. Secondo lo stesso Dijsselbloem, un punto che desta ancora preoccupazione è quello legato alla sostenibilità del debito greco, mentre lo spagnolo Luis de Guindos ha rimarcato i rischi legati alla “potenziale instabilità politica della Grecia”. Ottimista il francese Michel Sapin, che ha esortato l’Eurogruppo a “decidere oggi”, “dopo un lavoro molto importante fatto dalle istituzioni e dal governo greco”. E la stessa Commissione, tramite la portavoce Annikas Breidthardt, in mattinata aveva definito l’accordo all’Eurogruppo di oggi “totalmente fattibile”.

Il tema dell’instabilità politica è emerso con forza dal dibattito del Parlamento ellenico. Iniziato ieri sera, è proseguito nella notte per concludersi con l’attesa approvazione del memorandum of understanding concordato coi creditori internazionali. Come previsto, l’ok è arrivato, mettendo però in luce la spaccatura interna al partito Syriza del premier Alexis Tsipras. Sono stati infatti 43 i deputati ‘ribelli’ che hanno votato contro o si sono astenuti. Un segnale che Tsipras non può trascurare, anche perché un funzionario del governo ha annunciato che dopo il 20 agosto sarà chiesto un voto di fiducia. L’opposizione ha subito reagito: Nuova democrazia voterà no. “Dare la fiducia al governo? Questa possibilità non esiste”, ha dichiarato il deputato del partito Makis Voridis.

Al centro della scena all’Eurogruppo c’è anche il ruolo che sarà svolto dal Fondo monetario internazionale. Poco prima che il tedesco Wolfgang Schaeuble arrivasse a Bruxelles, la portavoce del suo governo Christiane Wirtz aveva definito la partecipazione dell’Fmi al salvataggio “decisiva”. Concetto ribadito prima di entrare in riunione dallo stesso Schaeuble, che ha parlato di “un impegno chiaro, possibilmente vincolante” del Fondo come di una “precondizione”. Riguardo alle tempistiche di questo coinvolgimento, il vice presidente della Commissione europea Valdis Dombrovskis, anche lui presente all’Eurogruppo, ha detto di aspettare “decisioni formali” dell’Fmi prima di ottobre. Dombrovskis ha anche anticipato, entrando al vertice a Bruxelles, che tra le questioni da risolvere ci sono ancora la “condizionalità esatta del memorandum of understanding in termini di settore bancario, di necessità finanziarie e di dimensioni delle erogazioni”.

Una fonte greca, che ha chiesto di restare anonima, ha intanto detto a Reuters che il gruppo di lavoro dell’Eurogruppo (Ewg) avrebbe raccomandato ai ministri che si stanno incontrando a Bruxelles un immediato esborso di 13 miliardi di euro per coprire le esigenze di rimborso delle Grecia e gli arretrati, più 10 miliardi di euro addizionali per sostenere i livelli di capitalizzazione delle banche elleniche. Perché si abbiano certezze, comunque, non ci sarà che da aspettare la conclusione della riunione. Tanto più che Schaeuble, interrogato in proposito dai giornalisti, ha rifiutato di anticipare se il risultato finale dell’incontro sarà l’approvazione del terzo salvataggio o di un prestito ponte. Secondo quanto comunicato ieri dalla Commissione europea, ai ministri sono stati consegnati entrambi i dossier.

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