Milano, 24 lug. (LaPresse) – Nuova firma tra Eni e governo egiziano per integrare l’accordo quadro siglato tra le parti lo scorso marzo, a seguito dell’importante scoperta a gas effettuata dal Cane a sei zampe nella concessione di Nile Delta, con l’impegno a valutare congiuntamente le opportunità di sviluppo della scoperta rinegoziando i termini e l’estensione contrattuale della concessione stessa. A firmare l’integrazione sono stati il ministro del Petrolio e delle Risorse Minerarie egiziano, Sherif Ismail, e l’amministratore delegato di Eni, Claudio Descalzi, alla presenza del primo ministro egiziano, Ibrahim Mahlab, e del presidente del Consiglio italiano, Matteo Renzi.

Le stime preliminari indicano che il giacimento, situato nella licenza Abu Madi West nell’ offshore nel Delta del Nilo, possa contenere 15 miliardi di metri cubi di gas in posto, con ulteriore potenziale, a cui si sommano i condensati associati al gas. Eni sarà impegnata a sviluppare in tempi rapidissimi il nuovo potenziale per saturare la capacità di trattamento delle centrale gas di Abu Madi.

L’intesa di oggi, inoltre, ribadisce e rafforza gli impegni presi con l’accordo quadro di marzo firmato nell’ambito dell’Egyptian Economic Development Conference di Sharm El Sheik, che a fronte di una revisione dei parametri contrattuali ed estensioni temporali di alcune concessioni, prevede investimenti complessivi stimati in circa 5 miliardi di dollari per la realizzazione nei prossimi 4 anni di progetti finalizzati allo sviluppo di 200 milioni di barili di petrolio e di circa 37 miliardi di metri cubi di gas, con un significativo contributo anche alle crescenti necessità di energia locale.

Eni è presente in Egitto dal 1954, dove opera attraverso la controllata Ieoc, ed è il principale produttore di idrocarburi nel Paese con una produzione equity di 180 mila barili di olio equivalente al giorno.

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