Milano, 28 mag. (LaPresse) – “Mi piacerebbe che Confindustria avesse detto che 70 contratti che firma sono troppi e bisogna ridurli di numero”. Così il segretario della Cgil, Susanna Camusso, a margine dell’assemblea di Confindustria, quest’anno organizzata a Expo. Camusso ha sottolineato che “c’è una grossa paura di discutere di investimenti e di riflessi sul lavoro”. “Non vorrei – ha affermato – che fossimo nella situazione che abbiamo già vissuto in altre occasioni, in cui prima si esaltano le norme e dopo si dice che la precarietà è diventata un grande problema del sistema, e allora bisogna sapere che si è fatto un intervento contro la precarietà che precarizza ulteriormente invece di distribuire i diritti”. “Speriamo che se ne accorgano in fretta e non dobbiamo aspettare degli anni”, ha detto ancora Camusso.
“Mi preoccupa che in una relazione fondata sull’innovazione si proponga in realtà la ricetta più antica del mondo e cioè quella della riduzione dei salari”. Lo ha detto la segretaria generale della Cgil, Susanna Camusso, commentando il discorso del presidente di Confindustria Giorgio Squinzi al termine dell’Assemblea annuale. “C’è una ripresa – ha aggiunto Camusso – che deriva da fattori esogeni e che se non determina anche investimenti e iniziative strutturali nel nostro Paese sarà del tutto effimera”. “Che Confindustria abbia un’opinione diversa sul Jobs act non mi pare una notizia – ha precisato – la cosa che invece preoccupa è che in una relazione fondata sull’innovazione si proponga in realtà la ricetta più antica del mondo e cioè quella della riduzione dei salari, esattamente l’opposto di quello che ha bisogno il nostro paese per crescere”.
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