Atene (Grecia), 25 mag. (LaPresse) – Dopo “quattro mesi di lunghe trattative” tra la Grecia e i partner europei e internazionali “non si può che arrivare a una semplice conclusione: il principale punto critico, l’ostacolo all’accordo, è l’insistenza dei creditori su una ancora maggiore austerità, anche a scapito del programma di riforme che il nostro governo è ansioso di perseguire”. Lo scrive il ministro delle Finanze greco, Yanis Varoufakis, su Project Syndicate. Varoufakis sottolinea che “la realtà dei colloqui è molto diversa” da come viene descritta dai media.
“Il nostro governo è pronto ad attuare un programma che includa tutte le riforme economiche sottolineate dai think tank economici europei. Inoltre, siamo l’unica forza in grado di garantire il sostegno pubblico dei greci a un simile programma economico“. Per il ministro, invece, i creditori della Grecia “insistono per una ancora maggiore austerità per quest’anno e oltre”, un approccio che “impedirebbe il recupero, ostacolerebbe la crescita, peggiorerebbe il ciclo di debito-deflazione e, alla fine, minerebbe la volontà e la capacità dei greci di comprendere il programma di riforme di cui il Paese ha disperatamente bisogno”, continuando “una cura che si è dimostrata, in cinque lunghi anni, peggiore del male”. “L’insistenza nostri creditori sulla maggiore austerità è sottile ma costante”, dichiara ancora Varoufakis, ricordando gli obiettivi sull’avanzo primario uguale o superiore al 2% nel 2016 e al 2,5-3% per ogni anno successivo. “Per raggiungere questo obiettivo – prosegue il ministro – dovremmo aumentare il carico complessivo dell’imposta sul valore aggiunto al settore privato, tagliare a tutti i livelli le pensioni già diminuite; e compensare i bassi proventi delle privatizzazioni (a causa dei prezzi delle attività depressi) con misure di consolidamento fiscale equivalenti”. Secondo Varoufakis l’affermazione per cui la Grecia non ha consolidato i conti “non è solo falsa”, ma “è palesemente assurda”. Per il ministro, infatti, Atene “rispetto al resto dei Paesi della periferia della zona euro”, è stata sottoposta all’austerità “almeno due volte”.
© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata