Milano, 17 feb. (LaPresse) – Nel 2014 il settore della moda italiana ha fatturato 61 milioni e 621 mila euro, con una variazione del +3,7% rispetto all’anno scorso (previsione). E’ quanto emerge dal report ‘Fashion economic trends’, realizzato su elaborazioni di dati Istat e diffuso oggi dalla Camera nazionale della moda italiana (Cnmi), in occasione della presentazione della Milano Moda donna Fashion week, nel capoluogo lombardo dal 25 febbraio al 2 marzo, tenutasi questa mattina a Palazzo Marino. Il report dimostra che il fatturato dell’industria della moda è cresciuto più della media dell’industria italiana, ma a ritmi “in ogni caso insufficienti”, in particolare nel terzo trimestre (ultimo disponibile) in cui la crescita si è fermata al di sotto del +3%, a causa della continua stagnazione del mercato interno e dei prezzi. La crescita nei primi 10 mesi dell’anno è stata quindi inferiore alle attese (+3,2%). L’export è cresciuto circa del 5% (esattamente del 4,8%, con un fatturato previsto nel 2014 di 47 milioni e 389 mila euro), nonostante la frenata dei mercati emergenti e il crollo della Russia.

Il 2015 si pare con un elemento nuovo nello scenario internazionale, che potrebbe favorire una ripresa del settore nel corso dell’anno: il cambio dell’euro è infatti sceso al di sotto della soglia di 1,2 dollari per un euro, dopo un lunghissimo periodo in cui si è mantenuto su livelli elevati, che hanno penalizzato fortemente le imprese italiane esportatrici. La dinamica del mercato interno resta invece molto debole. Tuttavia, secondo la Cnmi, lo scenario potrebbe cambiare significativamente grazie alle nuove misure della Bce volte a favorire l’espansione dei Paesi dell’Unione europea. Nel primo semestre del 2015 la Cnmi prevede una crescita del fatturato dell’1,5%, in miglioramento rispetto alla precedente previsione e con prospettive di crescita più rapida nel secondo semestre.

Per quanto riguarda fatturato e prezzi nel 2014, il rallentamento previsto per la fine dell’anno si è manifestato con qualche mese d’anticipo nel terzo trimestre, quando la crescita del fatturato dell’industria italiana della moda si è ridotta al +2,7% rispetto allo stesso periodo del 2013. Nel terzo trimestre, in linea con le previsioni, è rallentato anche il fatturato estero (+3,5%). La crescita del fatturato sul mercato italiano (+2,1%), invece, è stata inferiore alle aspettative, a cuasa di una caduta significativa ad agosto (-5,9% rispetto ad agosto 2013), una crescita solo moderata (+3%) a settembre, a cui è seguito un dato negativo ad ottobre (-1,7%). Nel complesso, nei primi 10 mesi del 2014 il ftturato è cresciuto del +3,2%, sostenuto dal + 5% del fatturato estero e frenato dal +2% di quello interno.

I settori più dinamici dell’industria italiana della moda sono stati la pelletteria (+6,5%, rispetto ai primi mesi del 2013) le calzature (+3,8%), e il tessile (+3,4%). L’abbigliamento, invece, ha rallentato, dopo un buon avvio dell’anno (+1,1%). La lenta dinamica del fatturato può essere in parte spiegato dalla spinta deflattiva dei prezzi, che si è accentuata nel terzo trimestre, in particolare nella filiera tessile-abbigliamento (0,9% nel tessile e praticamente fermi nell’abbigliamento). Nella pelletteria e calzature, invece, la crescita dei prezzi si è avvicinata a un fisiologico +2%. Restano sempre debolissimi i prezzi al consumo, che nei primi mesi del 2014 sono rimasti quasi invariati rispetto al 2013 (+0,1%).

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