Udine, 19 gen. (LaPresse) – “Il primo trimestre del 2015 dovrebbe far segnare un piccolo aumento del Pil e si tratterebbe del primo di una serie di rialzi trimestrali che proseguirebbero fino a tutto l’anno prossimo”. Lo afferma il direttore generale della Banca d’Italia, Salvatore Rossi, intervenendo nel corso dell’inaugurazione dell’anno accademico 2014-2015 dell’Università degli Studi di Udine. Gli aumenti, precisa Rossi, saranno tuttavia “piccoli, tali far recuperare in due anni il terreno perduto dalla fine del 2012, non anche quello perso nei cinque anni precedenti”. Nell’arco degli ultimi sette anni, ricorda Rossi, “sono stati persi in Italia oltre 9 punti di Pil e un milione di posti di lavoro”. Secondo il direttore generale di via Nazionale “l’economia italiana è stata fortemente danneggiata dalla doppia recessione: l’imperativo categorico per l’oggi è uscire dalla recessione”. Rossi evidenzia che “perché la lenta ripresa continui e si rafforzi è indispensabile un ritorno alla fiducia”. “La fiducia nel futuro gioca un ruolo centrale nell’orientare il comportamento di consumatori e imprese”, conclude in merito.
CRUCIALI INVESTIMENTI IMPRESE, SERVE EFFETTO VOLANO – “Per le imprese è cruciale il rilancio degli investimenti. È da essi che ci attendiamo quell’effetto volano che rimetta in moto l’economia quest’anno”, ha spiegato Rossi, secondo il quale “il sistema produttivo italiano è polarizzato, la discriminante è la dimensione. Le piccole imprese sono generalmente molto meno competitive delle imprese medio-grandi”. “A molte piccole imprese – prosegue il dg di via Nazionale – a cui è precluso il canale obbligazionario, il credito bancario viene negato per il timore delle banche di gonfiare uno stock di crediti deteriorati già alto”. Rossi sottolinea che “le imprese medio-grandi sono molto meno condizionate dalla restrizione creditizia: si autofinanziano, possono ricorrere direttamente al mercato finanziario, e lo hanno fatto”. Dunque, prosegue il direttore generale, “le imprese grandi e grandissime hanno continuato ad accrescere lo stock di capitale anche in questi anni di recessione, sono le piccole quelle che in tanti casi hanno smesso di investire. Ma anche molte medie imprese esportatrici hanno sospeso i piani d’investimento in attesa di vederci più chiaro sull’evoluzione internazionale e interna”. “Dalle decisioni che le medio-grandi imprese prenderanno in queste settimane, in questi mesi, dipenderà l’intensità della ripresa – conclude in merito Rossi – se le loro decisioni saranno positive e ne discenderà un aumento pur modesto dell’occupazione la scintilla di ritrovata fiducia si trasmetterà anche alle famiglie consumatrici”.
DA FAMIGLIE TAGLIO CONSUMI PIÙ DI ATTESE, MA STOP CADUTA – “Le famiglie italiane, in questi anni, di fronte a una riduzione del loro reddito disponibile, hanno ridotto i consumi molto di più delle attese, aumentando per converso il risparmio”, ha detto ancora Rossi, precisando che “a stringere la cinghia sono state soprattutto le famiglie più giovani” e che, tuttavia, “i consumi aggregati hanno comunque smesso di cadere a metà del 2013”. Per il direttore generale “la tendenza all’aumento non è consolidata: i consumatori sono cauti ma se torna la fiducia il rimbalzo dei consumi può essere maggiore di quello del reddito disponibile”. “Il ritorno della fiducia, da parte delle imprese e dei consumatori, può essere favorito da un’azione di politica economica organica, chiara, determinata”, afferma ancora Rossi.
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