Roma, 10 gen. (LaPresse) – Cala il numero delle ore di assenza dal lavoro nel settore privato. Secondo uno studio di Confindustria, il peso delle ore di assenza su quelle lavorabili dei dipendenti delle aziende associate è stato del 6,5%, in calo rispetto al 7% dell’anno precedente. Nello stesso anno i dipendenti del settore pubblico hanno totalizzato in media 19 giorni di assenze retribuite, 6 in più rispetto al settore privato. L’incidenza delle assenze si è ridotta in tutti i settori: nelle costruzioni da 5,8% a 5,6%, nell’industria in senso stretto da 6,7% a 6,2%, nei servizi da 7,4% a 6,8%. Le assenze crescono all’aumentare delle dimensioni dell’azienda: in quelle piccole il dato è del 4,5%, in quelle oltre i 100 dipendenti è del 7,2%.

MOTIVI DELLE ASSENZE. L’influenza è la causa più frequente di assenza (3,1% delle ore lavorabili), seguita dai congedi parentali e matrimoniali (1,3%) e dagli altri permessi retribuiti, che includono i permessi sindacali e quelli per visite mediche o accompagnamento parentale (un altro 1,1%).

DIFFERENZE DI GENERE. Le donne si assentano dal lavoro più degli uomini (9,5% contro il 5,3%). Questo, spiega Confindustria, è dovuto ai congedi parentali che spiegano l’84% della differenza essendo pari al 3,7% delle ore lavorabili tra le donne e allo 0,4% tra gli uomini, per il maggior onere di accudimento familiare sostenuto dal genere femminile.

I dati riportati nel Conto annuale della Ragioneria dello Stato indicano che nel settore pubblico nel 2013 ai 10 giorni di assenza procapite per malattia se ne sono aggiunti 9 di altre assenze retribuite. “L’assenteismo – spiega Confindustria – risulta così del 46,3% più alto rispetto ai 13 giorni di assenze retribuite rilevate dall’indagine Confindustria per gli impiegati nelle imprese associate con oltre 100 addetti (gruppo per qualifica e dimensione del datore di lavoro più comparabile al pubblico impiego)”.

Ipotizzando un assenteismo nel settore pubblico sui livelli più bassi rilevati nelle aziende associate a Confindustria “si sarebbero risparmiati oltre 3,7 miliardi di spesa, attraverso un minor fabbisogno di personale”.

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