Milano, 28 nov. (LaPresse/Finanza.com) – Piazza Affari ha chiuso in ribasso appesantita dai titoli legati al petrolio che hanno pagato ancora la decisione dell’Opec di non tagliare la produzione. E così a Piazza Affari l’ultima seduta della settimana è andata in archivio con una flessione del Ftse Mib pari allo 0,42% a 20.014 punti. L’inflazione dell’Eurozona a novembre è scesa allo 0,3%, il minimo degli ultimi cinque anni. Questo dato, insieme a quello sui prezzi al consumo di ieri in Germania, accende sempre di più i riflettori sulla riunione della Bce della prossima settimana. In vista del meeting si attendono soprattutto le parole di Mario Draghi, che nelle ultime uscite ha aperto alla possibilità di acquisti di titoli di Stato. Da segnalare, infine, il preoccupante dato della disoccupazione italiana, che ad ottobre è salita al record ddel 13,2 per cento. Nuovo tonfo per i titoli legati al petrolio all’indomani dal nulla di fatto del vertice Opec. L’Organizzazione dei Paesi esportatori ha deciso di lasciare invariata la produzione di petrolio a 30 milioni di barili al giorno.
Il mancato taglio della produzione, che era caldeggiato da Iran e Venezuela, ha fatto scattare un’ondata di vendite sul petrolio. Anche oggi le vendite hanno colpito forte i titoli oil quotati a Piazza Affari: Eni ha perso il 2,72% a 16,07 euro, con gli analisti di Nomura che hanno ridotto il target sul titolo del Cane a zei zampe a 15,5 euro da 18,5 euro, mentre la controllata Saipem è arretrata del 5,42% a 11,51 euro. Forte ribasso anche per Tenaris che ha lasciato sul parterre il 4,31% a 13,30 euro. Tonica invece Telecom Italia (+1,62% a 0,906 euro) con gli investitori che aspettano di sapere qualcosa in più sul dossier Brasile. Questa mattina Il Sole 24 Ore ha snocciolato alcune cifre sulle possibili sinergie che scaturirebbero dall’integrazione tra Tim Brasil e Oi: si parla di circa 7 miliardi di euro, più di quanto la Borsa prezza oggi il 67% della controllata carioca di Telecom Italia.
Per questo, ha scritto il quotidiano di Confindustria, varrebbe la pena di esplorare la possibilità di un’integrazione con Oi. Bene anche Finmeccanica (+1,43% a 7,80 euro) con l’Ad Mauro Moretti che ha ribadito che entro la fine dell’anno si conoscerà il destino di Ansaldo Breda. Positiva Mediaset (+0,68% a 3,252 euro) dopo le indicazioni societarie emerse su Mediaset Premium che vedono una perdita di 33 milioni di euro nel 2015 mentre il pareggio operativo dovrebbe avverarsi nel 2017. “Si tratta di indicazioni in linea con le stime sul 2015 mentre dovrebbero essere leggermente inferiori nel 2016, che riteniamo con una perdita operativa inferiore ai 30 milioni di euro rispetto al nostro sostanziale breakeven”, hanno sottolineato gli analisti di Equita. Tra le banche hanno prevalso i segni meno: Popolare di Milano ha ceduto l’1,59% a 0,588 euro, Montepaschi l’1,14% a 0,649 euro, Mediobanca lo 0,55% a 7,20 euro, Unicredit lo 0,41% a 5,945 euro. Positive invece Intesa SanPaolo (+0,97% a 2,478 euro) e Banco Popolare (+0,54% a 11,09 euro).
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