Di Lorenzo Allegrini
Torino, 27 mag. (LaPresse) – I target di quest’anno di Fiat-Chrysler “sono assolutamente fattibili” e “sono confermati anche dopo i dati del primo trimestre”. Ha tagliato corto sulle perplessità degli analisti l’a.d. del gruppo, Sergio Marchionne, a margine dell’evento organizzato a Sestriere per il decennale della scomparsa di Umberto Agnelli, che del Lingotto fu presidente. Ricordando il Dottore, Marchionne ha sottolineato che Fiat Chrysler Automobiles “ha i tratti e le idee di Umberto Agnelli”, la sua “vocazione globale”. Il fratello dell’Avvocato, ha continuato l’a.d. italo-canadese, si battè nella “convinzione” che il gruppo “dovesse concentrarsi su ciò che sapeva fare meglio, le automobili”, con il presupposto che “ciascuno ha il dovere morale di fare qualcosa, di usare la propria esperienza e le proprie capacità per combattere sfiducia e declino”. Sull’esito del voto europeo, che ha visto la netta affermazione del Pd del premier Matteo Renzi, Marchionne si è detto “felice di come sono andate le cose. E’ un passo avanti, si comincia da qui”. E riprendendo la stessa metafora, ha risposto ai giornalisti sullo stato degli investimenti a Mirafiori: “Facciamo passi avanti dappertutto”.
Tra gli altri, oltre a Marchionne, sono saliti sul palco per ricordare Umberto Agnelli il sindaco di Torino, Piero Fassino, l’ex premier, Enrico Letta, l’ex Pallone d’Oro e membro del cda della Juventus, Pavel Nedved, e l’ambasciatore giapponese, Masahara Kohno. In chiusura un ricordo è stato dedicato anche dal figlio Andrea, presente insieme alla famiglia. Fassino ha spiegato che il Dottore lavorava “perché Fiat restasse grande, un vanto per Torino e anche per l’Italia”. Nedved ha ricordato l’Umberto Agnelli “uomo di sport” che aveva già capito la necessità di vincere garantendo “la sostenibilità” dei conti. Umberto è stato il più giovane presidente della storia della Juventus e alla commemorazione c’erano, tra gli altri, anche il direttore sportivo bianconero, Beppe Marotta, l’allenatore, Antonio Conte, e il portiere, Gigi Buffon. A margine dell’evento il presidente di Exor e nipote di Umberto, John Elkann, ha raccontato come nel 2003 il Dottore, con la morte dell’Avvocato, sia riuscito a mantenere uniti gli Agnelli.
“Era indispensabile – ha detto – avere un punto di riferimento e lo zio Umberto lo fu per tutta la nostra famiglia”. Elkann ha ricordato con amarezza i momenti difficili della Fiat. “C’erano anche persone che avevano lavorato con noi che sono state deludenti dal punto di vista umano, e per questo sorprendenti”, ha proseguito facendo riferimento ai vertici delle banche e all’ex a.d. del Lingotto, Giuseppe Morchio, che tentò di assumere la presidenza di Fiat, contro le regole di governance dell’azienda.A Sestriere c’erano anche il presidente di Ferrari, Luca di Montezemolo, e il presidente di Generali ed ex a.d. Fiat, Gabriele Galateri di Genola.
Nel tardo pomeriggio si è svolta al Santuario della Consolata, nel centro di Torino, la messa per l’anniversario della scomparsa del Dottore celebrata dall’arcivescovo, Cesare Nosiglia. Numerose le personalità del capoluogo piemontese, del gruppo Agnelli e della storia della Juve, presente e passata, giunte per ricordare il fratello dell’Avvocato. L’ex presidente di Ifil e presidente onorario di Exor, Gianluigi Gabetti, ha raccontato a margine della celebrazione che “fu Umberto Agnelli a indicare Marchionne. Mi chiamò un giorno per farmi conoscere i consiglieri e in particolare lui. Poi parlandoci mi resi conto che era una persona molto speciale”. E, ha affermato ancora Gabetti, Giovanni e Umberto “erano diversi ma credevano negli stessi principi” e “per loro l’importante era la Fiat”. Nosiglia, nell’omelia della messa, ha sottolineato che “sono necessarie anche oggi persone del calibro” di Umberto Agnelli, “che siano trascinatori della nostra economia, che amino il nostro territorio”.
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