Milano, 7 mag. (LaPresse/Finanza.com) – Piazza Affari ha chiuso in ribasso appesantita dal crollo di Fiat all’indomani del nuovo piano industriale. Le vendite hanno colpito pesante anche Finmeccanica e il settore bancario, che in questo giorni non ha sfruttato la discesa del rendimento del Btp decennale. Janet Yellen, nel suo intervento al Congresso Usa, ha dichiarato di aspettarsi un 2014 migliore rispetto al 2013, chiuso con un Pil in crescita dell’1,9%. La numero uno della Fed ha rimarcato che la politica accomodante continuerà a sostenere la prima economia e che l’azione della Fed sarà condizionata dagli aggiornamenti macro. Domani invece spazio alla riunione della Bce. La maggior parte degli analisti si aspetta ancora una conferma della politica monetaria, con tassi fermi al minimo storico dello 0,25%. Tuttavia il rafforzamento dell’euro di questi ultimi giorni a un passo dalla soglia di 1,40 potrebbe sparigliare le carte in tavola. In questo quadro a Piazza Affari l’indice Ftse Mib ha ceduto l’1,31% a 21.240 punti.
Crollo di Fiat (-11,68% a 7,48 euro) all’indomani della presentazione del piano industriale 2014-2018. Entro il 2018 Fiat-Chrysler prevede di vendere 7 milioni di auto contro le 4,4 milioni di unità vendute lo scorso anno. Gli investimenti previsti nell’arco di piano saranno oltre 50 miliardi di euro, superiori alle attese della vigilia. Il debito, alla fine del piano, è visto in discesa a 500 milioni-1 miliardo. I target, specialmente quelli su vendite e debito, sono stati giudicati eccessivamente ottimistici dagli analisti. Pesante anche Finmeccanica (-7,49% a 6,05 euro) che ha chiuso il primo trimestre con una perdita di 12 milioni di euro e un Ebitda pari a 153 milioni, peggio delle attese che indicavano 170 milioni. Finmeccanica ha comunque confermato i target per l’intero 2014.
Ancora vendite sostenute sul comparto bancario: Banco Popolare ha ceduto il 5,69% a 13,25 euro, Montepaschi il 6,33% a 22,90 euro, Popolare di Milano il 5,39% a 0,605 euro, Intesa SanPaolo il 4,16% a 2,346 euro, Ubi Banca il 3,67% a 6,415 euro, Unicredit l’1,66% a 6,195 euro. In rosso anche la Popolare dell’Emilia Romagna (-3,98% a 7,715 euro) all’indomani della delibera da parte del Cda della banca di un aumento di capitale fino a 750 milioni di euro. L’operazione, che sarà sottoposta al vaglio dell’assemblea convocata per il prossimo 7 giugno, dovrebbe far salire il Core Tier 1 dell’istituto emiliano al 10,44 per cento. Bper ha inoltre diffuso i conti relativi al primo trimestre del 2014 che hanno visto un utile netto pari a 31,2 milioni di euro, sostanzialmente raddoppiati rispetto ai 15,4 milioni dello stesso periodo dello scorso anno. Seduta positiva per i colossi pubblici dell’energia: Enel ha guadagnato lo 0,70% a 4,01 euro, mentre Eni ha mostrato un progresso dello 0,75% a 18,74 euro. Il gruppo petrolifero ha firmato oggi a Budapest con Mol, società oil & gas ungherese, un accordo per la cessione della sua quota del 32,445% in Českß Rafinérskß, attiva nella raffinazione in Repubblica Ceca. Sempre oggi Eni ha firmato con Mol ulteriori accordi per la cessione delle controllate Eni Ceskß Rafinerska a.s., Eni Slovensko ed Eni Romania, che operano nelle attività di Refining & Marketing rispettivamente in Repubblica Ceca, Slovacchia e Romania. Tra i titoli positivo di giornata anche Telecom Italia che ha segnato un progresso dello 0,92% a 0,931 euro.
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