Auburn Hills (Michigan, Usa), 6 mag. (LaPresse) – Salire a quota 7 milioni di auto vendute a livello globale nel 2018, con investimenti fino a 55 miliardi di euro nei cinque anni. Lo prevede il piano industriale di Fiat Chrysler Autombiles, presentato oggi dall’a.d. Sergio Marchionne a Detroit. Il gruppo ha aggiornato al rialzo i target di vendita di Nord America (3,1 milioni), dell’area Emea (1,5 mln), dell’America Latina (1,3 mln) e dell’area Asia Pacifico (1,1 mln). L’utile a fine piano è visto a oltre 5 miliardi di euro, con un risultato netto per azione di circa 4 euro. I ricavi dovrebbero salire dai 93 miliardi, previsti per il 2014, a circa 132 miliardi a fine piano. Il piano prevede “una forte crescita” dei ricavi nelle aree Apac, Latam ed Emea con una aumento annuale medio rispettivo di 20, 9 e 9 punti percentuali, con la spinta soprattutto di Jeep e dei nuovi modelli Alfa Romeo. Per quanto riguarda gli investimenti, il gruppo Fiat-Chrysler investirà 48 miliardi di euro nel quinquennio, con una media annua di circa 9,5 miliardi e un picco di 11 miliardi di euro nel 2016. Stando alle slide del piano, illustrate dal cfo Richard Palmer, il debito netto industriale di Fiat-Chrysler dovrebbe toccare un picco a 11 miliardi di euro nel 2015, per poi calare nettamente fino a circa 0,5-1 miliardi nel 2018.

SPRINT SUI MARCHI DEL LUSSO. Maserati punta a ricavi per quasi 6 miliardi di euro nel 2018, a fronte degli 1,7 miliardi realizzati lo scorso anno, con volumi di vendita che dovrebbero quintuplicare dalle 15.400 auto del 2013 alle 75 mila unità del 2018. Per Alfa Romeo sono previsti circa 5 miliardi di euro di investimenti per 8 nuovi modelli, che usciranno tra il quarto trimestre del 2015 e il 2018. Su Su Ferrari, per cui nell’orizzonte del piano si punta a mantenere stabili le vendite a 7 mila vetture per preservare l’unicità del brand, Marchionne ha dichiarato con fermezza che “non è in vendita”.

PRIMO TRIMESTRE 2014 IN ROSSO. Il gruppo Fiat-Chrysler ha chiuso il primo trimestre del 2014 con una perdita netta di 319 milioni di euro, a fronte dell’utile di 31 milioni registrato nello stesso periodo dello scorso anno. Pesano tuttavia componenti atipiche, ovvero l’acquisto della quota di Chrysler da Veba (315 milioni di euro al netto dell’impatto fiscale) e la svalutazione del Bolivar Venezuelano. I ricavi sono stati pari a 22,1 miliardi di euro, in crescita del 12% in termini nominali e del 17% se misurati a cambi costanti. I marchi di lusso hanno quasi raddoppiato i ricavi, con Maserati che li ha quadruplicati. Ancora in gennaio-marzo il risultato della gestione ordinaria si è attestato a 622 milioni di euro, in calo dell’1% rispetto ai 631 milioni di euro del primo trimestre 2013 ma migliore del 6% a parità di cambi. L’idebitamento netto industriale è salito a a 10 miliardi di euro, in crescita di 0,3 miliardi di euro rispetto al 31 dicembre scorso.

CONFERMATI TARGET 2014. Fiat-Chrysler conferma intanto gli obiettivi per il 2014. Il gruppo punta a ricavi di circa 93 miliardi di euro, a un utile della gestione ordinaria tra circa 3,6 e 4,0 miliardi di euro e a un risultato netto tra circa 0,6 e 0,8 miliardi di euro.

A WALL STREET ENTRO FINE 2014. L’obiettivo per Fiat Chrysler Automobiles è la quotazione a Wall Street entro la fine del 2014. Lo ha ribadito il cfo, Richard Palmer, illustrando i traget finanziari del piano quinquennale. Il piano industriale, ha aggiunto Palmer, non prevede aumenti di capitale né dividendi agli azionisti.

“RILANCIO MIRAFIORI E GRUGLIASCO”. “Gli investimenti previsti per 2 miliardi e le circa 75.000 auto prodotte sono i presupposti per far uscire Mirafiori da una situazione di forte sofferenza che i lavoratori torinesi hanno subito in questi anni”, afferma il segretario nazionale Fim Cisl, Ferdinando Uliano, commentando il piano di Fiat Chrysler Automobiles al 2018. “Nei prossimi giorni finalmente inizierà la parte importante dei lavori per la linea che vedrà la produzione del Suv Levante a Mirafiori. Già nei prossimi mesi altri 500 lavoratori oggi in cgis verranno chiamati al lavoro per aumentare i volumi delle Maserati di Grugliasco”, conclude Uliano.

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