Milano, 11 apr. (LaPresse/Finanza.com) – Piazza Affari ha chiuso in ribasso una settimana difficile, complici le prese di beneficio dopo il recente rally e i forti cali che hanno interessato il comparto tecnologico statunitense. Mario Draghi ha confermato per l’Eurozona le aspettative di un periodo prolungato di bassa inflazione, che sarà seguito da un movimento graduale al rialzo dei prezzi al consumo durante il 2015 per raggiungere livelli vicini al 2% entro la fine del 2016. Draghi ha inoltre ribadito che la Bce è pronta ad agire contro la bassa inflazione, anche se i recenti discorsi di alcuni esponenti dell’Eurotower hanno raffreddato gli entusiasmi per un possibile quantitative easing in salsa europea. Ancora debole l’andamento di Wall Street, mentre a Tokyo il Nikkei ha perso oltre il 2% scendendo sui minimi degli ultimi sei mesi. In questo quadro a Piazza Affari l’indice Ftse Mib ha ceduto l’1,07% a 21.198 punti.
Sono proseguite le vendite sul comparto bancario: Banco Popolare ha ceduto l’1,02% a 14,45 euro, Popolare dell’Emilia Romagna il 2,97% a 8,47 euro, Popolare di Milano il 2,73% a 8,47 euro, Intesa SanPaolo il 2,60% a 2,392 euro, Mediobanca l’1,68% a 7,59 euro, Unicredit lo 0,39% a 6,245 euro. In controtendenza il Montepaschi, che ha mostrato un progresso del 6,08% a 0,265 euro, e Ubi Banca, che è avanzata dell’1,39% a 6,885 euro. Male Mediaset (-2,65% a 3,894 euro) con Credit Suisse che ha collocato il 3,69% della controllata Mediaset Espana in mano a Prisa. Il collocamento è avvenuto a 8,80 euro per azione, 121 milioni di euro il totale. Il gruppo Prisa, dopo l’operazione, è sceso al 13,6% del capitale della controllata iberica di Cologno Monzese. Sotto i riflettori Eni (-0,54% a 18,14 euro) e Enel (-1,73% a 3,962 euro) alla vigilia del valzer delle nomine delle società pubbliche. Entro domenica sera il Tesoro dovrà presentare le liste per il rinnovo dei vertici di circa 300 società pubbliche.
La partita più importante si gioca in casa del colosso petrolifero, dove sembra proprio arrivata al capolinea la permanenza di Paolo Scaroni. Dopo nove anni e tre mandati alla guida di Eni, Scaroni dovrebbe essere sostituito da Claudio Descalzi, che attualmente guida la divisione ‘Exploration & Production’, in sostanza il core business dell’azienda. Questa, all’interno di Eni, sarebbe sicuramente la soluzione più gradita perché garantirebbe la continuità con il lavoro svolto da Scaroni. Situazione simile in casa del colosso dell’energia elettrica. Anche qui dovrebbe terminare l’era di Fulvio Conti che potrebbe essere sostituito da Francesco Starace, attuale amministratore delegato della controllata Enel Green Power. Infine, dopo due giorni di rialzi sostenuti Yoox ha tirato il freno lasciando sul parterre il 2,38% a 24,59 euro.
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