Roma, 19 dic. (LaPresse) – “L’Italia si presenta alle porte del 2014 con pesanti danni, commisurabili solo con quelli di una guerra”. E’ quanto si legge nello studio ‘Scenari economici’ del Centro studi di Confindustria. “L’uso del termine ‘ripresa’ – si legge – per descrivere il probabile aumento dell’attività produttiva e della domanda interna nel prossimo biennio è per molto verso improprio”. La recessione in Italia, informano da Confindustria, è finita, ma non i suoi effetti e l’Italia cammina “sul filo di un rasoio”. “La profonda recessione dell’economia italiana, la seconda in sei anni, è finita, i suoi effetti no. Camminiamo, però, sul filo del rasoio”, prosegue il Csc, che sentenzia: “Il Paese ha subito un grave arretramento ed è diventato più fragile, anche sul fronte sociale.

Neppure nel futuro prossimo si profilano degli scenari rosei: il Centro studi di Confindustria prevede una crescita zero nel 2015 se alcuni elementi favorevoli non dovessero rivelarsi tali. “Se si dovessero concretizzare una serie di rischi – si legge nello studio – non sono trascurabili le probabilità che si possa materializzare uno scenario più sfavorevole”, rispetto a quello delineato e che prevede una crescita del Pil dell’1,2% tra due anni.

Per quanto riguarda la produzione industriale, in Italia è scesa in termini fisici del 24,6%, attestandosi ai livelli del 1986. Il Centro studi di Confindustria infine rivede al ribasso la stima del Pil per il 2013 rispetto alle previsioni di settembre: il prodotto interno lordo segnerà -1,8% rispetto alla precedente previsione di -1,6 per cento. Confermata, invece, la stima per il 2014 (+0,7%). Nel 2015, il Pil segnerà +1,2 per cento. La revisione delle stime diffuse a settembre, spiega il Csc, deriva “da una variazione congiunturale di un decimo peggiore nel secondo trimestre (-0,3% contro -0,2%) e nel quarto (+0,2% contro +0,3%)”. “Questo nuovo profilo – prosegue lo studio – trasmette al 2014 una variazione acquisita di +0,1 punti percentuali a fronte dei +0,2 punti”.

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