Roma, 12 giu. (LaPresse) – L’Italia è “al limite del collasso” e ha bisogno di “uno choc fiscale”. Lo ha detto il segretario generale della Cisl, Raffaele Bonanni, aprendo il XVII Congresso del sindacato a Roma. “La situazione economica e sociale – ha spiegato – è al limite del collasso. Nel 2012 quasi un milione di famiglie hanno vissuto senza alcun reddito. La disoccupazione ha raggiunto cifre agghiaccianti. La cassa integrazione viaggia ormai sopra i cento milioni di ore mensili. Dobbiamo insistere ancora di più nella diffusione dei contratti di solidarietà”. Secondo Bonanni serve “uno choc fiscale finalmente positivo, un taglio forte delle tasse per rilanciare consumi e investimenti”. “La madre di tutte le battaglie – ha affermato Bonanni – madre di tutti i nostri guai, rimane per noi la questione fiscale. Bisogna ridurre le tasse sui redditi da lavoro e pensione. Ma anche alle imprese che investono e assumono i giovani e i disoccupati”.
Sulle pensioni il leader Cisl ha dichiarato che “va reintrodotta una vera flessibilità nell’accesso al pensionamento, anche perché non tutti i lavori sono uguali. Un edile non è come un alto dirigente dello stato. Una maestra d’asilo non è come un magistrato”. Bonanni è intervenuto anche sul tema dell’Iva, che aumenterà di un punto al 22% in assenza di azioni del governo dal primo luglio. “Se si vuole evitare di aumentare l’Iva – ha spiegato parlando dal palco – lo si faccia a condizione che non comporti altri interventi che colpirebbero i più deboli, come su carburanti e affitti. Non può diventare una partita di giro a danno dei lavoratori e dei pensionati”.
Bonanni non ha risparmiato moniti per il governo e la politica in genere. “Le decisioni – ha tuonato – non potranno essere calate dall’alto, senza un confronto sociale. Se il Governo pensa ad un ‘decreto del fare’, noi rispondiamo: bene, ma facciamolo insieme. Anche per scongiurare gravi errori, come più volte è accaduto in questi anni”. In quattro anni di recessione, ha spiegato ancora il leader di via Po, “l’esigenza di unità politica, di coesione sociale, di ‘responsabilità’, di una tregua tra le forze politiche per far fronte alle emergenze del paese, per noi non è cambiata”. “Con l’esito delle elezioni e sull’orlo di una crisi istituzionale – ha sottolineato Bonanni – grazie alla spinta forte esercitata dal Presidente della Repubblica, si è aperta una fase nuova. Pensiamo che il nuovo Governo politico di ‘larghe intese’ sia l’unica alternativa al ‘bipolarismo distruttivo’, al populismo prorompente, di chi propaganda la logica del tanto peggio, tanto meglio”. Sulle riforme il dirigente sindacale ha detto: “Attenti alle scorciatoie, che non prevedono una soluzione equilibrata e bilanciata dei vari poteri centrali. Siamo diffidenti verso soluzioni che poggino esclusivamente sul rapporto diretto tra i massimi vertici istituzionali e l’elettore”. Inoltre Bonanni ha ricordato la difficile condizione del Mezzogiorno. “In questo contesto” di crisi “ci domandiamo che senso ha inviare i nostri militari all’estero, con un enorme prezzo di vite pagate e costi esorbitanti, quando abbiamo ampie zone del Sud in mano alla criminalità organizzata?”. In generale, in Italia, per Bonanni “senza un sistema industriale solido, diffuso ed innovativo c’è solo il deserto” ed “è necessaria una maggiore flessibilità del lavoro per il pieno utilizzo degli impianti”.
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