Roma, 22 mag. (LaPresse) – La crisi continua a colpire duramente l’Italia: quasi 15 milioni di persone vivono in condizioni di disagio economico, mentre circa 8 milioni sono in una situazione di “grave deprivazione”. A delineare il quadro dello stato di salute del Paese è l’Istat nel suo rapporto annuale, presentato questa mattina a Montecitorio: un panorama che spazia dal mercato del lavoro al sistema delle imprese, dal quadro macroeconomico e sociale al punto dei vista degli italiani. Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, nel messaggio inviato in occasione della presentazione del rapporto ha sottolineato che è necessario “creare le condizioni” per una ripresa economica che garantisca ai giovani “concrete prospettive di lavoro nell’ambito di una crescita sostenibile ed equa”. Ecco, in sintesi, i temi principali del rapporto.
BOOM ‘NEET’, PIU’ DI 2 MLN GIOVANI NON STUDIANO NE’ LAVORANO. L’Italia ha la “quota più alta in Europa”: circa un ragazzo su quattro si trova in questa condizione. Il numero dei Neet nel 2012 è aumentato di 95 mila unità (4,4%), mentre dal 2008 l’incremento è stato del 21,1%, pari a 391mila giovani in più. Molti, sottolinea l’Istat, sono alla ricerca attiva di lavoro (40%), circa un terzo sono forze di lavoro potenziali e il restante 29,4% sono inattivi che non cercano lavoro e non sono disponibili a lavorare. Solo il 57,6% dei giovani diplomati o laureati italiani, inoltre, lavora a tre anni dalla conclusione degli studi.
CROLLO CONSUMI, MAI COSI MALE DA ANNI ’90. La spesa corrente nel 2012 si è ridotta dell’1,6% con una flessione del 4,3% dei volumi acquistati. La contrazione dei consumi è “la più forte dall’inizio degli anni Novanta”. Il potere d’acquisto delle famiglie italiane è diminuito del 4,8%: si tratta di una caduta “di intensità eccezionale che giunge dopo un quadriennio caratterizzato da un continuo declino”. A pesare sul crollo del potere d’acquisto “hanno contribuito soprattutto la forte riduzione del reddito da attività imprenditoriale e l’inasprimento del prelievo fiscale”.
62% FAMIGLIE RIDUCE SPESA PER CIBO. Aumenta il numero delle famiglie italiane che hanno adottato “strategie di riduzione delle quantita e/o qualità dei prodotti alimentari acquistati”: nel 2012 sono state pari al 62,3% del totale. Rispetto al 2011c’è stata una crescita di nove punti percentuali. Le tipologie familiari che hanno modificato maggiormente i comportamenti di consumo alimentare in senso restrittivo sono le coppie con figli, le famiglie di monogenitori e le famiglie con membri aggregati.
DISOCCUPAZIONE PIU’ LUNGA, RICERCA LAVORO DURA 21 MESI. La durata media della ricerca di un lavoro è stata pari a 21 mesi nel 2012 (15 mesi nel Nord e 27 mesi nel Mezzogiorno). La durata media della ricerca arriva a 30 mesi per chi è in cerca di una prima occupazione.
Le persone in cerca di lavoro da almeno un anno sono aumentate di 675mila unità dal 2008 e rappresentano il 53% del totale nel 2012, contro una media Ue del 44,4 per cento.
PIU’ COPPIE IN CUI LAVORA SOLO LA DONNA. aumentano le coppie in cui lavora solo la donna: le famiglie che presentano questa condizione sono passate da 224mila nel 2008 (5%) a 314mila nel 2011 (7%) fino a 381mila nel 2012 (8,4%). Rilevante l’aumento dell’occupazione femminile nelle coppie in cui l’uomo è in cerca di occupazione o è disponibile a lavorare (+51mila unità rispetto al 2011, pari a +21,2 per cento) o è cassintegrato (+20mila unità, pari a +53,9%).
FIDUCIA NEI PARTITI A LIVELLI MINIMI. La fiducia degli italiani nei confronti dei partiti politici è “ai livelli minimi”: in una scala da 0 a 10, i partiti ricevono 2,3 come punteggio medio. “Il Paese – si legge nel rapporto – è attraversato non soltanto da una profonda crisi economica, ma anche da una diffusa insoddisfazione dei cittadini verso la politica e le istituzioni pubbliche”.
449MILA IMPRENDITORI ‘PERSI’ IN 4 ANNI. La crisi colpisce in Italia soprattutto le professioni più qualificate: il gruppo dei dirigenti e degli imprenditori ha perso 449mila unità in quattro anni, quasi 100mila solo nell’ultimo anno e nella maggior parte dei casi sono piccoli imprenditori e dirigenti d’impresa.
SALARI PIU’ BASSI PER GLI IMMIGRATI. La retribuzione netta mensile di un lavoratore straniero in Italia si attesta al 25,8% in meno rispetto a quella degli italiani (968 euro a fronte di 1.304 euro). “Il divario – sottolinea l’istituto – ha seguito una progressiva crescita dal 2008”. Le differenze di genere risultano più marcate per gli immigrati, con un divario di 327 euro a favore degli uomini rispetto ai 286 euro per gli autoctoni. ll 50% degli italiani ritiene che i datori di lavoro dovrebbero dare la precedenza a loro rispetto agli immigrati in condizione di scarsità di lavoro.
SOLO 1 ITALIANO SU 4 OTTIMISTA SU FUTURO. Solo il 24,6% per cento degli italiani è ottimista sul proprio futuro nei prossimi cinque anni. Il 23,5% ipotizza, al contrario, un peggioramento, il 23,3% ha dichiarato uno stato di dubbio e incertezza, mentre una quota superiore (28,5%) ritiene che la situazione resterà uguale. L’incertezza della situazione economica e sociale si riflette sulla soddisfazione espressa sulla propria vita: nel 2012, infatti, diminuisce la quota di persone di 14 anni e oltre che dichiara alti livelli di soddisfazione per la vita in generale, che passa in un solo anno dal 45,8 per cento al 35,2 per cento.
EXPORT +10% NEL 2013-2015. In questo periodo si prevede una crescita del valore delle esportazioni pari a poco meno del 10%, con la manifattura che registrerà una crescita più intensa rispetto ai servizi, rispettivamente del 10% e del 7,5 per cento. Per l’Istituto nazionale di statistica, l’espansione del settore industriale interesserà tutti i settori, con incrementi delle esportazioni nel biennio compresi tra l’8,3% dei beni intermedi e l’11,6% dell’agro-alimentare.
MENO VACANZE PER GLI ITALIANI, VIAGGI IN CALO DEL 36%. La recessione pesa sulle vacanze degli italiani: tra il 2008 e il 2012, i residenti hanno effettuato il 36% di viaggi in meno e hanno ridotto del 29,1% le notti trascorse in viaggio, soprattutto per motivi economici. L’Istituto nazionale di statistica sottolinea “la consistente riduzione dei viaggi dei residenti per vacanza, soprattutto verso le destinazioni nazionali, a forte di un incremento delle presenze straniere”.
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