Roma, 15 gen. (LaPresse) – Frena al 2,3% l’inflazione annua a dicembre, segnando il livello più basso da gennaio 2011. A novembre si era posizionata al 2,5%. Lo rileva l’Istat, che ha rivisto al ribasso le stime preliminari che indicavano un aumento dei prezzi al consumo del 2,4%. Si tratta del terzo rallentamento consecutivo. Su base mensile l’inflazione è stata dello 0,2%. Il tasso di inflazione medio annuo per il 2012 è pari al 3,0%, in accelerazione di due decimi di punto percentuale rispetto al 2,8% registrato per il 2011. I prezzi dei prodotti acquistati con maggiore frequenza dai consumatori, che compongono il cosiddetto ‘carrello della spesa’, aumentano dello 0,1% su base mensile e del 3,1% su base annua, con un netto rallentamento dal 3,5% di novembre. Tuttavia nella media del 2012 l’aumento dei prezzi al consumo del carrello della spesa è del 4,3%, il massimo dal 2008.
Secondo il Codacons il costo dell’aumento dei prezzi si traduce in “una stangata invisibile che in media è pari ad oltre 5 volte quella dell’Imu sulla prima casa”. Elaborando i dati Istat sulla spesa effettiva di una famiglia (e non quelli del paniere su cui si calcola l’inflazione), si tratta di una spesa aggiuntiva, rispetto al 2011, pari a 1.458 euro per una famiglia media di tre persone, contro un importo medio dell’Imu di 276 euro. Inoltre, secondo le stime dei consumatori, una famiglia di quattro persone nel 2012 ha speso, in termini di aumento del costo della vita, 1.546 euro in più rispetto al 2011. Per una famiglia di due persone la spesa aggiuntiva è invece di 1.275 euro, ed è di 924 euro per i single.
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