Torino, 30 ott. (LaPresse) – Nessun annuncio di chiusure di stabilimenti Fiat in Italia. “Se chiudessi un impianto in Europa dovrei riaprirlo altrove e questo non avrebbe senso”, ha risposto l’amministratore delegato del gruppo, Sergio Marchionne, nella conference call con gli analisti, sul perché non intende dismettere alcun sito in Italia. Marchionne, illustrando i conti al terzo trimestre e il nuovo piano per l’Europa, ha spiegato che Fiat intende puntare “sui grandi marchi storici premium come Alfa Romeo e Maserati, riallineare il portafoglio prodotti e riposizionare l’attività per il futuro”. Fiat sceglie questa strada rispetto al “rimanere focalizzati su un mercato di massa non premium” e al “razionalizzare la capacità produttiva chiudendo uno o più impianti”. Fiat si prepara a produrre 17 nuovi modelli in Italia tra il 2013 e il 2016, di cui tre nel 2013, sei nel 2014, cinque nel 2015 e tre nel 2016. La produzione italiana, si legge nelle slide mostrate agli analisti, sarà “improntata sul maggiore valore aggiunto”. In particolare, il focus è sull’export. Il manager ha precisato che l’intento è quello di “continuare a lavorare con il governo italiano nel portare avanti le azioni necessarie a implementare la competitività per le esportazioni”. Secondo Marchionne “Alfa e Maserati hanno grandi potenzialità mentre Lancia, ad essere onesti, ha un appeal limitato” soprattutto all’estero. Gli interventi sugli impianti italiani saranno sviluppati entro i prossimi 24-36 mesi, ha sottolineato il manager italo-canadese.
Il gruppo Fiat ha tuttavia rivisto al ribasso i target per gli esercizi 2013 e 2014. Per il prossimo anno il Lingotto stima un utile operativo consolidato tra 4 e 4,5 miliardi di euro, a fronte della precedente stima di 6,1 miliardi, e tra 4,7 e 5,2 miliardi nel 2014, rispetto ai 7,5 miliardi annunciati in precedenza. Per quanto riguarda i ricavi, nel 2013 sono stati rivisti a 88-92 miliardi di euro, rispetto a 97 miliardi, e per l’anno successivo sono stati tagliati a 94-98 miliardi, a fronte dei 104 miliardi precedentemente stimati. Marchionne ha sottolineato come sia “importante il fatto che abbiamo confermato la guidance del gruppo per il 2012”. Fiat prevede di raggiungere il pareggio delle attività in Europa nel 2015-2016. Il Lingotto ha anche tagliato il target sui volumi di produzione di auto nel 2014, portando la stima tra 4,6 e 4,8 milioni di vetture, dalle precedenti 6 milioni di unità.
Marchionne ha dichiarato che Fiat “non è più un player marginale” nel mercato auto e ha sottolineato “lo straordinario lavoro fatto nell’integrazione con Chrysler”. Il manager ha aggiunto che il gruppo “ha superato la tempesta con la prudenza nell’utilizzo della liquidità”. I conti consolidati del terzo trimestre mostrano un utile netto a 286 milioni di euro, più che raddoppiato e sopra il consensus degli analisti fissato a 250 milioni, ricavi a 20,437 miliardi di euro, in crescita del 16%, ma pure un indebitamento industriale consolidato salito a 6,7 miliardi di euro. Quest’ultimo dato, insieme con il taglio degli obiettivi dei prossimi anni, ha appesantito il titolo in Borsa. Fiat ha chiuso in calo del 4,66% a 3,93 euro.
Marchionne: Jeep non si sposta da Usa a Cina “I piani di produzione per il marchio Jeep sono diventati il centro del dibattito. Mi sento in dovere di ribadire in modo inequivocabile la nostra posizione: la produzione Jeep non verrà spostato dagli Stati Uniti alla Cina”. Così Sergio Marchionne, amministratore delegato di Chrysler, via e-mail, ha rassicurato i dipendenti dell’azienda americana in merito alla produzione del marchio Jeep. “I piani di produzione per il marchio Jeep sono diventati il centro del dibattito – aggiunge Marchionne – mi sento in dovere di ribadire in modo inequivocabile la nostra posizione: la produzione Jeep non verrà spostata dagli Stati Uniti alla Cina. La produzione nordamericana è fondamentale per il raggiungimento del nostro obiettivo di vendere 800.000 veicoli Jeep entro il 2014”.
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