Torino, 20 set. (LaPresse) – E’ rottura tra Fiat e Confindustria, il Lingotto abbandona viale dell’Astronomia dal primo gennaio 2012. L’annuncio l’ha dato Sergio Marchionne in una lunga lettera inviata los corso 30 settembre alla presidente dell’associazione degli imprenditori, Emma Marcegaglia. “Fiat, che è impegnata nella costruzione di un grande gruppo internazionale con 181 stabilimenti in 30 paesi, non può permettersi di operare in Italia in un quadro di incertezze che la allontanano dalle condizioni esistenti in tutto il mondo industrializzato” spiega il manager italo-canadese. Ragioni che per Marchionne non sono quindi politiche e che “non hanno nessun collegamento con i nostri futuri piani di investimento”.

L’obiettivo è avere maggiore libertà d’azione sui contratti, ma “applicando in modo rigoroso le nuove disposizioni legislative. I rapporti con i nostri dipendenti e con le Organizzazioni sindacali saranno gestiti senza toccare alcun diritto dei lavoratori, nel pieno rispetto dei reciproci ruoli, come previsto dalle intese già raggiunte per Pomigliano, Mirafiori e Grugliasco” spiega Marchionne.

Spazio per una trattativa non ce n’è: “E’ una decisione importante, che abbiamo valutato con grande serietà e attenzione, alla quale non possiamo sottrarci perché non intendiamo rinunciare a essere protagonisti nello sviluppo industriale del nostro Paese” aggiunge Marchionne. Il motivo della rottura è l’accordo interconfederale del 21 settembre “che ha fortemente ridimensionato le aspettative sull’efficacia dell’Articolo 8” approvato dal Parlamento.

Ad addolcire, una pillola amarissima per i sindacati, il contemporaneo annuncio della produzione a Mirafiori, dalla seconda metà del 2013 del nuovo suv Jeep. Questa decisione permetterà, secondo Marchionne allo stabilimento torinese di “disporre delle più aggiornate piattaforme per lo sviluppo dei nostri marchi e, ancora più importante, di beneficiare a pieno della completa offerta di motori e trasmissioni di Fiat e Chrysler”. Confermata a Mirafiori anche la produzione dell’Alfa Romeo Mito, incluse nuove versioni e aggiornamenti.

Inoltre sarà anche sviluppato in Italia e prodotto a partire dall’inizio del 2013 nello stabilimento Fma di Pratola Serra (Av) un nuovo motore benzina turbo ad iniezione diretta per il marchio Alfa Romeo. Il nuovo propulsore 4 cilindri, che sarà predisposto per applicazioni trasversali e longitudinali, con una cilindrata di 1,8 litri e una potenza massima fino a 300 CV, diventerà il nuovo riferimento prestazionale della sua categoria. Sarà conforme alle future normative anti inquinamento europee (Euro 6) ed americane (Tier2Bin5).

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