Torino, 12 lug. (LaPresse) – “Nell’attuale situazione credo che i mercati chiedano un anticipo nella manovra almeno per quanto riguarda l’entità dei saldi già nel 2011 e nel 2012. Sarebbe un passo in avanti ma il livello del debito richiede attenzione. Così Andrea Beltratti, presidente del consiglio di gestione di Intesa Sanpaolo, commenta la situazione nel mercato finanziario a margine della presentazione dell’ ‘Indagine sul risparmio e sulle scelte finanziarie degli italiani’ del Centro di ricerca Luigi Einaudi. “In questo momento gli annunci seri possono avere un impatto benefico – ha proseguito Beltratti – gli elementi positivi sono tali e tanti che ci permetteranno di superare e reagire rapidamente a questa fase”. Secondo il manager di Intesa Sanpaolo “un annuncio come quello fatto dal Governo, con una manovra pluriennale, solo 12 mesi fa sarebbe stato salutato positivamente, ma oggi l’incertezza pesa sui giudizi”. E, aggiunge ancora Beltratti, “è proprio nei momenti più difficili che gli italiani sanno tirare fuori il meglio”.

Per il presidente del consiglio di gestione di Ca’ de Sass non bisogna dimenticare che “è un momento particolare per i mercati. Ci sono meccanismi che portano anche a decisione a volte emotive. Sappiamo che i mercati hanno una volatilità elevata. L’Italia in questo contesto è frenata da alcuni fattori ma voglio dare un quadro ottimistico partendo dai dati macroeconomici”. Però, ci tiene a sottolineare come “innanzitutto l’Italia ha fatto bene nel rapporto debito pubblico/Pil negli ultimi 10 anni, aumentato di solo 9 punti, mentre Francia, Germania e Usa hanno fatto molto peggio. Stesso discorso per l’avanzo primario pubblico sul prodotto. E anche per l’avanzo delle partite correnti in rapporto al Pil, variabile molto considerata dagli analisti, con un -1,7% negli ultimi 10 anni, mentre la Grecia segnava un -9,8% e il Portogallo -9,35%”, precisa Beltratti.

Il manager di Intesa Sanpaolo non nasconde le sue preoccupazioni, commentando lo studio del centro di ricerca Einaudi, a proposito dello smarrimento dei risparmiatori di fronte alla crisi. “Preoccupa il pessimismo strisciante – conclude – e lo scarso interesse per le analisi economiche. Bene, invece, l’aumentata consapevolezza dei rischi legati al mercato azionario”.

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