Esce in libreria “Il mostro di Urbino” dello scrittore e autore televisivo e radiofonico Francesco Bozzi. A metà tra il giallo e la commedia, Bozzi racconta la nuova indagine dello svogliato ma mai distratto commissario Mineo.
Dalla redazione di LaPresse racconta la genesi dei suoi personaggi: “Per il commissario Mineo mi sono ispirato ai dipendenti della Regione Sicilia. L’unico suo scopo vita è leggere la Gazzetta dello Sport. Qualunque cosa si frapponga tra lui e la Gazzetta, compreso l’omicidio, è una iattura. Alla fine nonostante tutto riesce a risolvere il caso in modo rocambolesco grazie alla sua maniacale osservazione della realtà”.
Bozzi è tra le altre cose uno degli storici autori di Fiorello. Dalla sua penna sono usciti personaggi memorabili come il maestro Battiato, il Mike Bongiorno cattivo e lo scrittore tabagista Camilleri. Proprio sulla nascita dell’imitazione di Camilleri, Bozzi racconta dell’incontro di oltre vent’anni fa che gli diede l’idea: “Camilleri abitava vicino agli studi di Via Asiago dove registravamo in radio con Fiorello. Io e Fiore eravamo seduti al bar lì vicino quando passa Camilleri che si accomoda con noi per una birra, alle otto del mattino. Notavamo che guardava con preoccupazione la sigaretta che stava finendo. A un certo punto ne sfila un’altra dal pacchetto e la accende usando quella che sta finendo. Con colpo secco, come un cambio della guardia”. E alla domanda di Fiorello: “Maestro ha mai provato a smettere?” la risposta, “Sì, una volta. Svenni”.
Tornando al commissario Mineo, Bozzi punta già a una serie televisiva e sa già chi vuole come protagonista: “Io sono sicuro che Sergio Friscia, con cui lavoro a Striscia La Notizia, sarà il commissario Mineo. L’ho scritto pensando a lui. Ci sono già dei contatti per far sì che l’anno prossimo ci sia la serie tv sul commissario Mineo. Lui è perfetto, speriamo”.