“Olimpichetto. Il ritorno di un ambasciatore”, apre il nuovo evento espositivo in Basilica Palladiana

“Olimpichetto. Il ritorno di un ambasciatore”, apre il nuovo evento espositivo in Basilica Palladiana

Dal 20 dicembre 2025 al 22 febbraio 2026. Ingresso gratuito per i residenti di città e provincia

Il Teatro Olimpico, teatro coperto più antico al mondo, ultima opera di Andrea Palladio, in dialogo con la Basilica Palladiana, prima opera del grande architetto rinascimentale. Accade a Vicenza dal 20 dicembre 2025 al 22 febbraio 2026. Il salone della Basilica Palladiana torna a essere un vero spazio scenico ospitando “Olimpichetto. Il ritorno di un ambasciatore”. Olimpichetto, la ricostruzione della scenografia del Teatro Olimpico realizzata in scala quasi naturale a Vicenza nel 1948 per portare nel mondo l’“Edipo Re” diretto da Guido Salvini, è una straordinaria macchina scenica in legno, tela e stucco – pensata per essere smontata e viaggiare – che ha toccato teatri internazionali, da Londra a Parigi, da Berlino a Buenos Aires, diventando un vero ambasciatore della cultura vicentina. Un’esposizione immersiva, testimonianze storiche, materiali d’archivio e un ricco programma di spettacoli, musica e incontri restituiscono al pubblico la storia e il fascino di questo “teatro viaggiante”, riallestito per due mesi nel Salone della Basilica Palladiana.

L’originale progetto espositivo è ideato e promosso dal Comune di Vicenza con la coorganizzazione di Intesa Sanpaolo ed è curato da Musei Civici Vicenza, Fondazione Teatro Comunale Città di Vicenza e Centro Internazionale di Studi di Architettura Andrea Palladio. L’evento espositivo, corredato da una narrazione con testi immagini e video, è stato inaugurato oggi venerdì 19 dicembre dal sindaco di Vicenza Giacomo Possamai e da Michele Coppola, Executive Director Arte, Cultura e Beni Storici Intesa Sanpaolo e Direttore Generale Gallerie d’Italia, con l’assessore alla cultura, al turismo e all’attrattività della città Ilaria Fantin, la direttrice dei Musei civici di Vicenza Valeria Cafà e il curatore della mostra Ivan Stefanutti. Era presente anche Susanna Egri, la ballerina oggi novantanovenne che danzò alla prima di Olimpichetto nell’Edipo Re presentato a Londra nel 1948.

«A Vicenza questo Natale sarà all’insegna di Andrea Palladio. Abbiamo ritrovato e restaurato Olimpichetto, la riproduzione in scala quasi reale della scenografia del Teatro Olimpico costruita negli anni Quaranta per portare il teatro vicentino nel mondo. L’abbiamo montata nella Basilica Palladiana, dove i visitatori possono scoprirne la storia, calcarne le scene e assistere agli spettacoli allestiti per far rivivere questo straordinario ambasciatore della nostra cultura. Un’opportunità unica, che per i visitatori di città e provincia è gratuita», ha dichiarato il sindaco di Vicenza Giacomo Possamai.

«Far tornare protagonista Olimpichetto nella città che ha visto nascere Restituzioni, il programma permanente di restauri di Intesa Sanpaolo, unico al mondo, significa continuare ad avere a cuore il patrimonio artistico e culturale del Paese. Con particolare convinzione affianchiamo l’Amministrazione Comunale di Vicenza nel dare nuova vita ad un ambasciatore della cultura italiana» – ha detto Michele Coppola, Executive Director Arte, Cultura e Beni Storici Intesa Sanpaolo e Direttore Generale Gallerie d’Italia «È una grande giornata di festa per la città: celebriamo la restituzione di Olimpichetto e della sua storia, ma anche un Natale all’insegna della cultura, con due importanti mostre — a Palazzo Chiericati e in Basilica Palladiana — ideate e coordinate internamente dai Musei Civici e con una terza esposizione a Palazzo Cordellina curata dalla Biblioteca Bertoliana. Un sentito ringraziamento va a tutta la squadra dell’Olimpichetto, che con coraggio, competenza e spirito di collaborazione ha reso possibile la restituzione alla città di una grande opera d’arte» – è intervenuta l’assessore alla cultura, al turismo e all’attrattività della città Ilaria Fantin.

L’inaugurazione è stata preceduta dall’esibizione, sul palco di Olimpichetto, di Marco Pelle, vicentino, coreografo del New York Theatre ballet. Il balletto “Safe from sleep”, spettacolo di 9 minuti, con la musica Spiegel Im Spiegel di Arvo Pärt, sarà ripetuto domenica 21 dicembre alle 18 e alle 19 (ingresso libero su prenotazione). I visitatori potranno apprezzare la sorprendente scenografia assistendo anche al concerto “Oratorio de Noël” di Camille Saint Saëns per soli coro e orchestra, organizzato da “Concetto Armonico Aps” – del Festival “Vicenza in Lirica” con la direzione artistica Andrea Castello (posti esauriti per sabato 20 dicembre alle 18, posti disponibili per sabato 20 dicembre alle 16.15, prova generale).

Un teatro itinerante nato dalle macerie della guerra

Olimpichetto nasce in una città ferita dai bombardamenti della seconda guerra mondiale, bombardamenti che avevano distrutto il Teatro Verdi e il Teatro Eretenio e gravemente danneggiato la Basilica Palladiana, privata della celebre copertura lignea. Per salvare il
Teatro Olimpico, le statue furono sotterrate e le scenografie lignee di Vincenzo Scamozzi smontate e trasferite al sicuro: il loro rimontaggio fu completato solo nel 1946. In questo contesto di ricostruzione materiale e morale, Guido Salvini – figura chiave del teatro italiano tra le due guerre, regista del Maggio Musicale Fiorentino e collaboratore di Luigi Pirandello – matura l’idea di trasformare il patrimonio palladiano in una forma teatrale itinerante. Per l’Edipo Re che porta finalmente in scena al Teatro Olimpico nel settembre 1948, fa realizzare una copia smontabile del boccascena palladiano: nasce così Olimpichetto, un piccolo grande teatro pensato per viaggiare.

Dall’Edipo Re a Londra e Parigi ai palcoscenici del mondo

La prima “uscita” di Olimpichetto è al Cambridge Theatre di Londra, il 4 ottobre 1948, portato in tournée dalla compagnia teatrale italiana della Biennale di Venezia, diretta da Guido Salvini, che schiera interpreti affermati e giovani promesse come Vittorio Gassman e Nino Manfredi. Lo spettacolo approda poi a Parigi, al Théâtre Sarah-Bernhardt (oggi Théâtre de la Ville), trasformando Olimpichetto in un vero ambasciatore internazionale del teatro italiano e dell’architettura vicentina. Dagli anni Ottanta i viaggi riprendono: la scenografia itinerante tocca Lisbona, Madrid, Berlino, Ludwigshafen am Rhein, Houston, Buenos Aires, oltre a numerosi teatri italiani, fino ai primi anni 2000, quando viene ricoverata nei magazzini comunali e progressivamente dimenticata. Del suo primo viaggio abbiamo la fortuna di aver potuto intervistare l’unica testimone rimasta: la ballerina Susanna Egri (classe 1926), pioniera della danza moderna in Italia,
allora giovanissima interprete nello spettacolo diretto da Salvini. Nella video-intervista presente in mostra, Egri rievoca episodi, volti e perfino un curioso intervento di Sir Laurence Olivier per risolvere un’emergenza costumi durante la tappa londinese, restituendo al pubblico il clima vivo e avventuroso di quel primo “teatro viaggiante”.

Un atto d’amore verso la città e la sua memoria teatrale

La riscoperta di Olimpichetto nasce da una curiosità dell’assessore alla cultura Ilaria Fantin e si trasforma in un lungo lavoro di ricerca coordinato dai Musei Civici. Da una scenografia con timbri di destinazione sul retro – le vie di Tebe che nessuno ricordava più – prende forma un’indagine d’archivio che, faldone dopo faldone, ricompone come un grande puzzle la storia di un teatro portatile capace di portare Vicenza nel mondo. Questa operazione, racconta Fantin, è “un atto d’amore verso la città” e s’inserisce in un più ampio cambio di prospettiva culturale che vede Vicenza sempre più consapevole del proprio patrimonio materiale e immateriale e del suo dialogo con l’Europa. Olimpichetto diventa così il simbolo di una città che, già nel dopoguerra, non era periferia ma centro vitale di cultura.

La Basilica torna teatro: un dialogo tra il primo e l’ultimo Palladio Allestire

Olimpichetto nel Salone della Basilica significa riunire idealmente il primo e l’ultimo cantiere di Andrea Palladio: la Basilica, cuore della vita civile e mercantile della città, e il Teatro Olimpico, spazio dell’umanesimo cittadino. Prima dell’inaugurazione dell’Olimpico, proprio in Basilica Palladiana Palladio aveva sperimentato apparati scenici effimeri per spettacoli e feste, vere e proprie “prove generali” di architettura teatrale. Con il riallestimento del 2025, curato scenograficamente dal regista Ivan Stefanutti, la Basilica torna ad essere un teatro dentro l’architettura: l’imponente struttura di Olimpichetto occupa parte del Salone e sarà accessibile al pubblico, che potrà
letteralmente entrare nel cuore della scenografia, cogliendone da vicino la dimensione fisica e simbolica. L’altra metà del Salone ospiterà una mostra documentaria dedicata alla storia dell’Olimpichetto, dalle origini legate all’Edipo Re del 1948 alla sua lunga tournée
europea e intercontinentale. Sul palcoscenico di Olimpichetto, per due mesi, si alterneranno spettacoli di teatro, musica e danza, reading, conferenze e laboratori, in un programma interdisciplinare che restituisce alla scenografia la sua natura di dispositivo vivo, dinamico e creativo, sotto la direzione artistica di Roberto Cuppone.

Un restauro che si fa scuola

Prima dell’allestimento, Olimpichetto è stato oggetto di un importante intervento di pulitura, consolidamento e reintegrazione cromatica, concordato con la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Verona, Rovigo e Vicenza e affidato alle docenti e agli allievi di Engim – Professioni del Restauro, nell’ambito della formazione del “tecnico del restauro di beni culturali”. Per un mese circa una dozzina di allievi, guidati dalle docenti Alessandra Sella, Umberta Trevelin e Tecla Nicosia, hanno lavorato su strutture lignee, tele, cartapesta e polistirolo segnati dall’uso e dall’abbandono: polvere, cadute di colore, tele lacerate, attacchi biologici. L’intervento, rigorosamente documentato, è diventato un vero cantiere-scuola, occasione di confronto sui temi complessi del restauro delle opere polimateriche e, al tempo stesso, un’esperienza corale che ha unito generazioni e saperi.

La collaborazione della città

Il progetto ha trovato un fattivo sostegno da parte delle principali istituzioni ed enti del territorio: l’Accademia Olimpica, che custodisce la memoria delle rappresentazioni all’Olimpico e della collaborazione con Guido Salvini, l‘Università IUAV di Venezia, responsabile del rilievo dei diversi elementi che compongono Olimpichetto, e la Soprintendenza archeologia belle arti e paesaggio per le province di Verona, Rovigo e Vicenza che ha seguito ogni fase di questa restituzione. L’attività di didattica, curata dal Cisa A. Palladio, è affidata a Scatola Cultura coop soc.

Eventi collaterali

Da gennaio è in programma un calendario di eventi dal vivo sul palco di Olimpichetto: spettacoli, musica, incontri ad ingresso libero su prenotazione (programma nel sito www.mostreinbasilica.it). Da dicembre a febbraio è stata fissata una decina di appuntamenti per bambini dai 5 agli 11 anni e per le loro famiglie, a partecipazione gratuita, con iscrizione obbligatoria. Il calendario delle attività educative, ideate dal Palladio Museum, organizzate e coordinate da Scatola Cultura, è disponibile nel sito www.mostreinbasilica.it. Sono inoltre previste visite guidate di cui tre domenica 15 febbraio con il curatore Ivan Stefanutti che prevedono anche il servizio di interpretariato Lis – La lingua dei segni.

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