Tra i molti tesori italiani già iscritti ci sono l'arte del tartufo, l'Opera dei Pipi, la dieta mediterranea

La domanda di riconoscimento del caffè espresso all’Unesco tutela un rito quotidiano da parte degli italiani che vede un consumo di 30 milioni di tazzine al giorno tra bar, ristoranti e locali pubblici. È quanto afferma la Coldiretti in riferimento alla presentazione della candidatura del “caffe espresso italiano” a patrimonio immateriale dell’ Umanità dell’Unesco che si aggiunge alle tradizioni alimentari nazionali già tutelate dal tartufo alla pizza fino alla Dieta mediterranea. Un’abitudine radicata dalla quale sono nate anche espressioni di solidarietà – aggiunge Coldiretti – come l’usanza del “caffè sospeso” quando al bar si lascia pagato un caffè per il cliente che verrà dopo, che magari non se lo può permettere.

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Tra i molti tesori italiani già iscritti ci sono – continua la Coldiretti – l’arte italiana della ricerca del tartufo (2021), l’Opera dei pupi (iscritta nel 2008), il Canto a tenore (2008), la Dieta mediterranea (2010), l’Arte del violino a Cremona (2012), le macchine a spalla per la processione (2013), la vite ad alberello di Pantelleria (2014), l’arte della Falconeria (2016), l’arte dei pizzaiuoli napoletani (2017), la Transumanza (2019) fino all’ “Arte dei muretti a secco”.

Accanto al patrimonio culturale immateriale, l’Unesco – conclude la Coldiretti – ha riconosciuto nel corso degli anni anche un elenco di siti, e proprio l’Italia è lo stato che ne vanta il maggior numero a livello mondiale, come le Colline del Prosecco e le faggete dell’Aspromonte e del Pollino.

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