Assalto a pullman tifosi Pistoia Basket, a Rieti striscione con minacce

Assalto a pullman tifosi Pistoia Basket, a Rieti striscione con minacce

E’ stato affisso davanti al palazzetto dello sport. Perquisita la sede della curva Terminillo. Indagini su un quarto tifoso

“Nascondetevi infami. Sappiamo chi siete”. E’ lo striscione con minacce rivolte agli autori dell’assalto al pullman dei tifosi del Pistoia Basket affisso davanti al palazzetto dello sport di Rieti che ha ospitato la partita tra le squadre delle due città lo scorso 18 ottobre, prima della tragedia in cui ha perso la vita l’autista Raffaele Marianella. Lo striscione apparso su uno dei cancelli di accesso al PalaSojourner è stato sequestrato dalla Digos della questura di Rieti. Il tenore del testo apparso sullo striscione farebbe pensare a un messaggio minatorio per intimorire i testimoni. La scritta è stata aerografata utilizzando i caratteri normalmente usati dai gruppi di neofascisti di estrema destra.

Perquisita la sede della ‘curva Terminillo’

La Digos della Questura di Rieti ha perquisito la sede del gruppo ultras ‘Curva Terminillo’ in via del Terminillo a Rieti. Secondo quanto apprende LaPresse, la perquisizione è stata effettuata ai sensi dell’articolo 41 del Tulps che dà facoltà alle forze di polizia di effettuare il controllo per la ricerca di armi senza mandato dell’autorità giudiziaria dopo la comparsa dello striscione davanti al Palazzetto reatino. Al momento dell’irruzione nella sede degli ultras c’erano soltanto due appartenenti al gruppo.

Il punto sulle indagini

Sul caso proseguono le indagini che hanno già portato al fermo di tre tifosi della Curva Terminillo, convalidato dal Gip. “La lucida determinazione con cui il delitto è stato compiuto è tuttora persistente ed è un pericolo per la collettività”, ha rilevato la giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Rieti, Giorgia Bova, convalidando i fermi di Manuel Fortuna di 31 anni, Kevin Pellecchia di 20 e Alessandro Barberini di 53, accusati di omicidio volontario in concorso. La Gip di Rieti ha disposto per tutti e tre un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, ritenendo sussistenti “il pericolo di reiterazione del reato e la piena consapevolezza della gravità del gesto”. Secondo quanto emerso dalle nove pagine dell’ordinanza i tre uomini, che si sono avvalsi della facoltà di non rispondere durante l’interrogatorio di convalida del fermo, avrebbero comunque fatto ammissioni implicite nel corso di una intercettazione ambientale disposta d’urgenza nella sala d’attesa della Questura di Rieti.

Dalle conversazioni intercettate emergerebbe anche la convinzione che a lanciare il sasso ‘mortale’ sia stato Pellecchia, il più giovane, “in quanto aveva quello a punta”, un masso che per forma corrisponderebbe a quello repertato all’interno del pullman. Per la giudice Bova, nonostante l’azione sia stata compiuta in gruppo, “gli altri due hanno sicuramente fornito un contributo morale alla condotta omicidiaria, avendone condiviso sin dal principio l’ideazione, l’organizzazione nonché infine la fase esecutiva”. Una consapevolezza, sottolinea la giudice, che “non è segno di pentimento, ma dimostrazione della piena lucidità con cui il delitto è stato commesso”.

Nel provvedimento si legge inoltre che i tre “avevano maturato bene la consapevolezza che potevano derivarne conseguenze persino peggiori, laddove fosse stato colpito il conducente principale”. L’avvocato Valter Petresca, difensore di Barberini, ha annunciato a LaPresse l’intenzione di presentare ricorso al Tribunale del Riesame, sostenendo che la ricostruzione degli eventi debba essere approfondita e che i ruoli dei tre indagati non sarebbero equivalenti. La gip, tuttavia, nelle sue conclusioni ribadisce il rischio concreto che i tre possano tornare a compiere azioni simili.

Il ruolo di un quarto tifoso

La posizione di un quarto ultras della Curva Terminillo è al vaglio degli investigatori della Questura di Rieti. Secondo quanto apprende LaPresse si tratterebbe di un 51enne, S.M., che con la sua auto, trovata in un campo nei pressi del luogo dell’agguato, avrebbe accompagnato vicino allo svincolo della superstrada Rieti-Terni alcuni ultras che hanno partecipato all’azione violenta e che poi sono stati fermati. A bordo dell’auto si trovava il minorenne che poi ha collaborato con gli inquirenti: il giovane, secondo quanto si apprende, non fa parte del gruppo degli ultras, ma si trovava sul mezzo perché doveva essere riaccompagnato a casa.

Al vaglio la posizione di 3 tifosi di Pistoia

La posizione di tre tifosi del Pistoia Basket è al vaglio degli investigatori della Digos della Questura di Rieti per l’emissione di un eventuale Daspo a seguito dei disordini che si sono verificati prima dell’assalto al bus. Inoltre, un altro mini tafferuglio si sarebbe verificato prima dell’intervento della polizia sempre in prossimità del palazzetto in via Majorana.

Pistoia basket: “Azioni a supporto della famiglia dell’autista”

Domenica 26 ottobre, in occasione della partita di Serie A2 contro la Ferraroni Juvi Cremona in programma alle ore 18, tutte le attività di marketing e commerciali del Pistoia basket che abitualmente si svolgono nel pre e durante le gare interne di campionato saranno sospese. “Questa decisione è stata presa nel rispetto di Raffaele Marianella e della sua famiglia”, scrive il club toscano in una nota. Il club spiega di essere “quotidianamente in contatto con i suoi cari e – in pieno accordo con tutti loro – sta già avviando una serie di azioni concrete di supporto alla stessa. Ad inizio settimana prossima, al termine di questi giorni di dovuto silenzio, si provvederà a rendere pubbliche le iniziative che verranno messe in campo”.

La condanna di Metsola: “Atto criminale ingiustificabile”

Sull’episodio oggi è intervenuta anche la presidente del Parlamento europeo Roberta Metsola, oggi all’evento della Bocconi ‘Lo sport come fattore chiave per le politiche europee’ a Milano. “Condanno con fermezza l’atto criminale ingiustificabile verificatosi questa settimana sull’autobous del Pistoia basket 2000, che ha causato la morte di Raffaele Marianella e porgo la mia vicinanza alla sua famiglia, alla società e alla città di Pistoia”, le parole di Metsola.

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