Si chiamava Raffaele Marianella, aveva 65 anni ed era originario di Roma ma residente a Firenze, l’autista morto ieri sera lungo la superstrada Rieti-Terni dopo l’assalto con pietre e mattoni al pullman dei tifosi del Pistoia Basket.
Marianella, che sarebbe andato in pensione tra pochi mesi, viaggiava accanto al collega che era alla guida del mezzo, diretto verso Terni con a bordo 45 tifosi di ritorno dalla partita contro la Sebastiani Rieti. La vittima dell’assalto lavorava da alcuni mesi per la società di trasporti Jimmy Travel, con sede a Osmannoro, in provincia di Firenze.
Il ricordo della collega di Raffaele Marianella
Raffaele Marianella “era un grande professionista con decenni di esperienza”. A dirlo a LaPresse è Giada, una sua collega che spiega: “Non era il secondo autista, in doppia presenza ci si alterna per i turni di guida”. “Era un buono, mi faceva fare un sacco di risate e mi ha aiutata tanto quando ero alle prime armi. Scherzavamo sempre – racconta ancora la donna, commossa – era un bonaccione, molto tranquillo e senza cattiveria”.
“Quello che è successo è gravissimo, lo hanno colpito per uccidere, perché miravano al parabrezza. Se il pullman avesse sbandato, sarebbe stata una strage. Spero che chi ha strappato Raffaele alla vita, agli amici, a sua figlia e alla sua famiglia paghi per quello che ha fatto. Vogliamo sia fatta giustizia”, ha aggiunto ancora Giada.
La procura indaga per omicidio volontario
Per la morte di Raffaele Marianella è stato aperto un fascicolo per omicidio volontario, al momento contro ignoti. Lo apprende LaPresse da fonti della Procura del capoluogo laziale. Le stesse fonti riferiscono che sono stati ascoltati diversi testimoni, ma non sono ancora stati individuati responsabili. Dalle prime ricostruzioni, l’assalto sarebbe avvenuto nei pressi del bivio di Contigliano, quando il pullman con a bordo 45 tifosi toscani stava percorrendo la superstrada in direzione Terni, già privo della scorta della polizia. Gli aggressori – presumibilmente ultras reatini – avrebbero atteso il mezzo nascosti poco dopo lo svincolo, per poi colpirlo con pietre e mattoni.
Le reazioni alla morte di Raffaele Marianella
“Un gesto di violenza diretta con l’intento di provocare sofferenza e dolore non dovrebbe mai più trovare spazio, e diventa ancora più incomprensibile se legato a un momento di gioia come dovrebbe essere lo sport. Esprimo la mia vicinanza, il mio dolore e la mia preghiera per la famiglia di Raffaele Marianella per quanto avvenuto nelle scorse ore nei pressi di Rieti. La crudeltà dei gesti che portano alla perdita di una vita non dovrebbe più trovare spazio. La comunità diocesana tutta si unisce nel cordoglio e nella preghiera”. È il messaggio del vescovo di Pistoia, monsignore Fausto Tardelli, dopo l’aggressione con sassaiola al pullman dei tifosi del Pistoia basket che ha provocato la morte dell’autista Raffaele Marianella.
Il cordoglio di Meloni
Anche la premier Giorgia Meloni e il ministro dello Sport Abodi hanno espresso vicinanza alla famiglia di Raffaele Marianella. Una notizia terribile che lascia senza parole. L’assalto al pullman dei tifosi del Pistoia Basket, costato la vita a un autista colpito da un mattone, è un atto di violenza inaccettabile e folle”. Lo scrive su X la premier, Giorgia Meloni, dopo l’assalto al pullman che trasportava i tifosi della squadra di basket Estra Pistoia, avvenuto fuori Rieti, nel quale è morto l’autista. “Esprimo il mio profondo cordoglio alla famiglia della vittima e la mia vicinanza a chi ha assistito a questa tragedia.Confido che i responsabili di questo gesto vigliacco e criminale vengano individuati e assicurati rapidamente alla giustizia”, conclude Meloni.
“Ma come è possibile morire così, mentre si torna a casa dopo una partita di basket?”. Se lo chiede su X il ministro dello Sport, Andrea Abodi, dopo l’assalto al pullman che trasportava i tifosi dell’Estra Pistoia di basket dopo la partita con Rieti nel capoluogo laziale e la conseguente morte dell’autista. “È sconvolgente l’assalto perpetrato questa sera vicino Rieti da delinquenti che si sono trasformati in assassini e non potranno mai essere definiti tifosi. Lo sport è vita e questi criminali sono”, conclude Abodi.