Il 19 giugno riparte l'udienza preliminare per il processo: 14 le vittime, 5 gli imputati

Sono passati quattro anni da quando la cabina n.3 della funivia del Mottarone è crollata, rotolando a terra, e provocando la morte di 14 persone. La fune si è spezzata e i freni di emergenza, inibiti dai forchettoni, non sono entrati in funzione. Oggi, a distanza di quattro anni e come di consueto, si è celebrata in vetta la messa in ricordo delle vittime.

Intanto il 19 giugno riparte il nuovo processo con l’udienza preliminare che si terrà alle 9.

Cinque gli imputati: Luigi Nerini, amministratore unico di Ferrovie del Mottarone; Enrico Perocchio, direttore dell’impianto; Gabriele Tadini, capo servizio della funivia; Martin Leitner, consigliere delegato della Leitner spa e Peter Rabanser, dirigente del settore Customer Service della stessa società. I capi di imputazione, a vario titolo, sono di attentato alla sicurezza dei trasporti, disastro colposo, omicidio colposo e lesioni colpose. 

Una tragedia che “non ha fatto scuola” aveva detto la sindaca di Stresa Marcella Severino, dopo il crollo della funivia del Faito.

L’omelia del parroco al Mottarone: “Non una fatalità ma una tragedia per irresponsabilità”

Il parroco Gianluca Villa ha dichiarato che c’è una “responsabilità di fare memoria in maniera totale e assoluta” per “una storia che sembra non aver insegnato nulla”. Abbiamo anche un “dovere di giustizia” ha detto ancora il parroco, per dire “in modo deciso che questa non è stata una fatalità ma un incidente causato da gravi irresponsabilità”. “Il dito non va puntato verso il cielo, ma verso il basso” ha detto ancora, dicendo di confidare che “la giustizia umana” “faccia giustizia su questa ferita”.

Il parroco ha inoltre chiesto “che non venga più usato il termine funivia” che “ricorda un evento sciagurato” e ha detto che “come carezza verso i defunti” sia meglio usare il nome Skyway Mottarone.

Sindaca Stresa: “Quattro anni fa qui c’era l’inferno”

“Quattro anni fa quando arrivai qui era una giornata di sole bella come questa” ma “c’era l’inferno”. Così la sindaca di Stresa Marcella Severino alla commemorazione per le vittime della strage del Mottarone del 23 maggio 2021, nella quale hanno perso la vita 14 persone. La sindaca ricorda “un paio di bermuda militari che indossava il ragazzo più vicino a me”, “il rumore degli elicotteri”, “i cellulari che suonavano e voi che cercavate i vostri cari”. Poi ha ricordato che il Comune di Stresa sarà “lì al vostro fianco – ha detto rivolgendosi ai parenti delle vittime – per chiedere una giustizia giusta nel processo che ripartirà da zero” con l’udienza preliminare del 19 giugno. “Tutta la città vi abbraccia”, ha detto ancora. 

“Lasciamo che la giustizia ora faccia il suo corso” dice invece laconico Gasperini, del Soccorso Alpino, uno dei primi ad arrivare quel giorno sul luogo della tragedia. 

Legale Eitan: “Prevenire simili tragedie”

“Nel ricordare la tragedia della funivia del Mottarone, il pensiero va alle vittime e a coloro che sono stati colpiti da questo evento drammatico”. Così l’avvocato del piccolo Eitan, unico sopravvissuto alla strage della funivia del Mottarone del 23 maggio 2021, Frabrizio Ventimiglia. “Il dolore per quanto accaduto resta vivo nella memoria collettiva così come il dovere di garantire, in ogni ambito, l’adozione delle misure necessarie a prevenire simili tragedie. Nel mio ruolo ho avuto modo di prestare assistenza al piccolo Eitan, unico sopravvissuto – dice il legale nel giorno dell’anniversario della tragedia -. Un incarico delicato affrontato con il massimo rigore professionale e consapevolezza della responsabilità”.

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