Il primo cittadino, di professione medico, è finito ai domiciliari per violenza sessuale aggravata ai danni di quattro pazienti
Giovanni Sgroi, sindaco di Rivolta d’Adda (Cremona) e medico, a quanto si apprende, è stato arrestato per abusi sessuali su quattro sue pazienti in un’importante struttura sanitaria della Città Metropolitana di Milano. I carabinieri di Milano hanno eseguito l’ordinanza di custodia cautelare ai domiciliari per violenza sessuale aggravata dall’aver commesso il fatto con l’abuso di potere e la violazione dei doveri inerenti a un pubblico servizio, disposta dal gip Sara Cipolla su richiesta della pm Alessia Menegazzo e la procuratrice aggiunta Letizia Mannella.
La denuncia e le indagini a carico di Giovanni Sgroi
Il provvedimento scaturisce dall’indagine svolta dal Nucleo Investigativo di Milano, sotto il coordinamento della Procura della Repubblica meneghina, a seguito della denuncia querela sporta da una delle vittime, per violenze sessuali subite nel corso di una visita medica specialistica con Sgroi. Le indagini, iniziate nel 2024 e condotte tramite intercettazioni, perquisizioni, analisi forensi e altri accertamenti, hanno permesso di identificare altre tre vittime. “Non potendosi escludere la presenza di altre possibili vittime, in considerazione dell’elevata utenza della struttura ove opera il citato medico, è auspicabile che eventuali altre persone che avessero subito abusi analoghi si rendano disponibili a denunciarli, con le più assolute garanzie di riservatezza garantite dalla legge”, si legge in una nota dei Carabinieri.
Le accuse contro il chirurgo
Secondo gli inquirenti, Giovanni Sgroi, 70 anni, avrebbe abusato della sua “posizione di potere” trasformando “l’attività medica in un’occasione per porre in essere comportamenti lesivi della sfera sessuale” delle sue pazienti. Le violenze sarebbero avvenute durante lo svolgimento di ecografie addominali effettuate nel Centro medico specialistico di Pozzuolo Martesana, struttura del milanese di cui Sgroi è anche direttore sanitario. La prima a denunciare il chirurgo, specialista dell’apparato digerente, è stata una ragazza di 24 anni, a maggio del 2024, ai carabinieri di Melzo. In base alle testimonianze contenute nell’ordinanza di custodia cautelare, nel riaccompagnare la 24enne abusata, ancora “frastornata e scossa”, alla reception, Sgroi si sarebbe rivolto alla segretaria del Centro dicendole: “Fai uno sconto alla piccolina”. Le altre tre vittime identificate hanno 34, 36 e 43 anni. Secondo quanto emerso dalle indagini, Sgroi avrebbe agito secondo un preciso “modus operandi”, consistente nell’alternare ai quesiti sul malessere domande sulla sfera personale “prive di utilità medica” per poi, durante lo svolgimento dell’esame specialistico, “in modo subdolo e repentino, compiere atti sessuali senza il consenso delle pazienti“. Secondo la gip Sara Cipolla, che ha emesso la misura cautelare, vi è il concreto e attuale pericolo che l’indagato possa inquinare le fonti di prova e che, se lasciato in libertà, possa commettere altri reati della stessa specie. Già nel 2010, per fatti analoghi, il medico era stato sottoposto dalla Procura di Bergamo a indagini preliminari, che poi erano state archiviate.
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