Rienzi: "Non è stata condannata, perché trattarla da colpevole?"

Contro i femminicidi, il Codacons sottolinea l’opportunità di chiamare Chiara Ferragni come testimonial: “Quando dobbiamo denunciare qualcuno, pandori, uova o altro, non abbiamo nessuna remora e lo facciamo. Il problema è che quando invece devi dare un messaggio forte al Paese hai bisogno di persone che destino l’attenzione e l’interesse della gente. Non andiamo a vedere il certificato penale e dobbiamo sempre vedere se vengono condannati. Non mi pare che nessuno dei due (Chiara Ferragni e Federico ‘Fedez’ Lucia, ndr) sia stato condannato con sentenza passata in giudicato per qualche reato. Non vedo perché dovremmo trattarli da colpevoli, non vedo nessun impedimento”. Così il fondatore e presidente del Codacons, Carlo Rienzi, commentando con i cronisti la presenza di Chiara Ferragni all’evento da loro organizzato contro la violenza sulle donne, lo stalking e l’omotransfobia, dal titolo ‘Oltre il silenzio’.

“Noi prendiamo quello che è utile per la collettività e la grande notorietà di alcune persone che riescono ad attirare l’attenzione su un tema sociale così importante come questo”, aggiunge quindi Rienzi. “Se esiste un tema di opportunità e di ipocrisia oltre quello penale? Se abbiamo fatto quelle battaglie è perché noi le riteniamo giuste. Se ci sarà da farne altre, le faremo. Ma se ci dobbiamo servire, in modo esplicito e non di nascosto, di una persona che ha un appeal sulla collettività molto forte per lanciare un messaggio, non abbiamo nessuna esitazione. Non abbiamo l’ipocrisia di dire siccome un giorno ha sbagliato, non possiamo più chiamarla se ci serve. Francamente non è questo il nostro modo di pensare”, conclude Rienzi.

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