L'americano era stato condannato a 11 anni e 4 mesi e si trova agli arresti domiciliari
Un nuovo processo davanti alla Corte d’Assise d’Appello di Roma è stato disposto dai giudici della quinta sezione penale della Corte di Cassazione per Gabriel Natale Hjorth, il cittadino americano imputato per aver ucciso a coltellate, a luglio del 2019 nel quartiere Prati, il vicebrigadiere dei carabinieri Mario Cerciello Rega impegnato, con un commilitone, in un’operazione di polizia. Il giudizio che è stato disposto servirà per il ricalcolo della pena e per riconoscere le aggravanti che erano cadute nei due gradi precedenti di giudizio. Oltre che dal Procuratore generale, il nuovo processo d’assise d’appello era stato sollecito anche dai legali difensori di Hjorth, gli avvocati Francesco Petrelli e Fabio Alonzi, che nella loro arringa hanno sostenuto la tesi difensiva che non sussisterebbe neanche il concorso in omicidio, per la “non sussistenza del concorso di Natale Hjorth nella condotta omicidiaria” del suo connazionale Finnegan Lee Elder, considerato l’esecutore materiale del delitto. Hjorth, che ha ricevuto una condanna di 11 anni e 4 mesi si trova agli arresti domiciliari a casa della nonna nel comune di Fregene. Elder, invece è stato già condannato in via definitiva a 15 anni e 2 mesi.
“Nel procedimento n. 39271/2024 (omicidio di Mario Cerciello Rega), la Quinta Sezione penale della Corte di Cassazione, all’udienza del 12 marzo 2025, ha annullato la sentenza impugnata, agli effetti penali, limitatamente al trattamento sanzionatorio dell’imputato ricorrente, dichiarando la definitività della parte della sentenza riguardante la relativa responsabilità (l’altro imputato non ricorrente è stato già condannato agli effetti penali con sentenza definitiva). In accoglimento del ricorso delle parti civili la Corte di Cassazione ha, altresì, annullato la menzionata sentenza, agli effetti civili, nei confronti di entrambi gli imputati ed ha, infine, dichiarato inammissibile il ricorso del Procuratore generale”. Così in una nota la Corte di Cassazione, che ha disposto un altro processo d’appello per il ricalcolo della pena.
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