Gli avvocati Giovanni Caruso e Monica Cornaviero proveranno a evitare l'ergastolo, richiesto dal pm

Dopo la richiesta dell’ergastolo, oggi in aula è il turno della difesa di Filippo Turetta, reo confesso della morte della ex fidanzata Giulia Cecchettin, uccisa l’11 novembre 2023. Gli avvocati Giovanni Caruso e Monica Cornaviero proveranno a evitare la pena massima per il loro assistito, detenuto nel carcere di Montorio, a Verona.

Turetta deve rispondere dell’accusa di omicidio volontario aggravato premeditazione, crudeltà, efferatezza, di sequestro di persona, di occultamento di cadavere e di stalking. Nell’udienza di ieri, davanti alla Corte d’Assise di Venezia, il pm Andrea Petroni ha parlato di “premeditazione certa, da caso di scuola”. “Nell’interrogatorio del primo dicembre 2023 e nell’esame dell’imputato in aula lo scorso 25 ottobre, ho avuto la spiacevole sensazione di essere stato preso in giro”, ha detto ieri in aula Petroni, prima di chiedere per l’imputato il massimo della pena. La parola, oggi, passa alla difesa. Assenti in aula Gino Cecchettin, papà di Giulia, e la nonna della vittima Carla Gatto. 

Legale Turetta: “Il primo meccanismo che scatta è ‘crucifige'”

“È un compito non facile difendere una persona reo confessa di un omicidio efferato. Di fronte a vicende come quelle di Filippo Turetta il meccanismo più immediato è il ‘crucifige’“, ha detto Caruso, legale difensore di Filippo Turetta, in apertura del suo intervento in aula. “Vogliamo davvero pensare che” a scattare sia stato il meccanismo della “presunzione di innocenza? La condizione empatica? Vogliamo pensare che la reazione al cortocircuito della comunità sia: ‘Fermiamoci per la presunzione di innocenza?”, ha aggiunto.

Legale Turetta: “Gogna mediatica è inciviltà giuridica”

“L’ergastolo è il tributo che lo Stato di diritto paga alla pena punitiva, a chi ritiene che Turetta debba essere messo in carcere e vada buttata via la chiave. Questa è l’ipocrisia dell’ergastolo, no all’esposizione alla gogna mediatica dell’imputato, questa è inciviltà giuridica. Damnatio memoriae”. È uno dei passaggi dell’arringa dell’avvocato Caruso. “Porterò una goccia di legalità nel processo – ha affermato – È il principio di legalità che mi ispira oggi, voi siete chiamati a pronunciare non una sentenza giusta, ma dovrete pronunciare una sentenza secondo legalità. Non secondo la legge del taglione”.

Legale Turetta: “Lista non mostra premeditazione”

La lista compilata il 7 novembre 2023 da Filippo Turetta “cosa denota? Un intento preciso, lucido?”. In aula il legale difensore del 22enne ha riletto le ‘cose da fare’ elencate nella lista trovata nel cellulare dell’imputato e ha detto: “Non è premeditazione: è la dimostrazione esattamente contraria che la premeditazione non vi è stata”.

“Calzino umido in bocca, togliere le scarpe, legare caviglie sotto e sopra ginocchia, bloccare portiere dell’auto”. Sono elenchi di chi vuole uccidere? Chiudere le portiere perché non scappi, dopo averla uccisa? Devo mettere un calzino in bocca? – ha affermato – Il pm dice che voleva sequestrarla e poi ucciderla, facendo un salto storico, affermando che quell’elenco è dimostrativo della premeditazione, le leviamo le scarpe perché fugge? Il cadavere?”. “La preordinazione non è sufficiente per la premeditazione – ha aggiunto – perché la preordinazione è compatibile con il dolo di proposito”. “Lo avevo pensato per un futuro momento se avessi mantenuto” quel proposito, ha letto in aula Caruso dal memoriale di Turetta, agli atti del processo. La premeditazione “non è proprio caso di scuola, ma consiste nella mancanza di intermittenze, la persistenza deve essere monolitica non granulare: ‘lo faccio non lo faccio” “cosa capita domani” “sono pronto domani vedremo’”. 

Legale Turetta: “Non vuole dileggiare nessuno”

“Filippo Turetta non vuole dileggiare nessuno, verificheremo questo aspetto di cui parla il pm che si è sentito preso in giro”, ha aggiunto il difensore. “Ho detto io a Filippo di mettere per iscritto quello che è successo, gli ho detto: ‘Tu hai mentito anche a me'”, ma non vuole dileggiare nessuno”. “Ciò che ha scritto è perché le cose stanno così”, ha evidenziato Caruso leggendo dal memoriale dell’imputato che la lista del 7 novembre 2023, serviva per “sfogare anche la mia frustrazione anche un eventuale momento, quando l’ho pensata quel martedì sera, non so come definire”. 

Legale Turetta: “Omicidio efferato ma senza l’aggravante della crudeltà”

“Non crudeltà ma in preda all’emotività, in uno stato di alterazione emotiva, con concitazione”, ha affermato l’avvocato. L’imputato colpisce con “pugnalate alla cieca, non ricorda nemmeno quante ne ha date”. “Ci sono tutti gli elementi di una serie indiscriminata di coltellate dare alla cieca di cui due mortali perché inflitte in profondità”.

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