Tra le armi kalashnikov, bombe a mano e proiettili
Il gip di Milano, Domenico Santoro, ha disposto la custodia cautelare in carcere nei confronti di Cristian Ferrario, l’ultras 50enne dell’Inter arrestato nella notte tra venerdì e sabato dopo la scoperta di un arsenale della curva nord in un magazzino di Cambiago, nel Milanese, con all’interno armi e ordigni fra cui kalashnikov, bombe a mano e proiettili.
Ferrario, arrestato in flagranza quella sera e già coinvolto dell’inchiesta ‘Doppia Curva’ dei pm di Milano Paolo Storari e Sara Ombra sui traffici e i legami della criminalità organizzata del tifo organizzato milanese come prestanome del capo ultras Andrea Beretta in carcere per l’omicidio di Antonio Bellocco e ora pentito che collabora con gli inquirenti, è accusato di detenzione illegale di armi anche da guerra fra cui AK47, mitragliatrici Uzi, puntatori laser per fucili oltre a targhe di auto e pettorine della polizia.
Sarebbe l’affittuario in nero da una terza persona – estranea alle indagini – di un box di via Comotti a Cambiago dove sono stati censiti 54 pezzi che farebbero parte dell’arsenale bellico della curva.
Arresti ultras: gip, Curva nord ha una ‘Santa Barbara’ di armi da guerra
La Curva nord dell’Inter avrebbe avuto nella propria disponibilità una “vera e propria Santa Barbara” di “armi da guerra”áe “materiale utile” a commettere “agguati” come “lampeggianti, paletta segnaletica e pettorine delle forze dell’ordine”. Così il gip di Milano, Domenico Santoro, nelle 16 pagine con cui ha convalidato l’arresto e disposto la custodia cautelare in carcere per il 50enne ultras dell’Inter, CristianáFerrario, ritenuto il ‘custode’ dell’arsenale della curva nerazzurra di Cambiago. Tra le 54 ‘armi’ repertate dagli uomini della squadra mobile di Milano diretta da Alfonso Iadevaia compaiono carabine Remington, fucili-doppietta della Beretta, AK47, mitragliatrici Uzi, fucili a pompa, proiettiliáe munizioni, puntatori laser e 3 bombe a mano di fabbricazione jugoslava.áUna scoperta che getta una “sinistra luce” sull’ipotesi di associazione a delinquere finalizzata all’agevolazione della ‘ndrangheta contestata dai pm Paolo Storari e Sara Ombra nell’inchiesta ‘Doppia Curva’ che, a fine settembre, ha azzerato i vertici del tifo organizzato di Milan e Inter.
Perché se è ragionevole “ipotizzare”, scrive il gip, che in un “contesto come quello del tifo” si possano trovare petardi, fuochi d’artificio e anche “strumenti atti ad offendere” (mazze, coltelli, bastoni, tirapugni), il ritrovamento di “bombe a mano dall’elevatissima capacità offensiva”, “giubbotti antiproiettile” e materiale con cui camuffarsi da poliziotti dipinge un “quadro inquietante”. Per il giudice si è di fronte a “una proiezione criminosa” della curva nerazzurra “più preoccupante di quella finora emersa”.
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