I criteri usati dal governo contrasterrebbero il diritto europeo

Il Tribunale di Bologna ha rinviato alla Corte di Giustizia Ue il dl Paesi sicuri approvato dal governo, ponendo ai giudici europei il quesito su quali norme vanno applicate per definire il Paese di provenienza di un migrante come ‘sicuro‘. Secondo i giudici di Bologna i criteri usati dal governo contrasterebbero con il diritto europeo e quindi questo potrebbe condurre a una disapplicazione delle norme del decreto.

Spiega a LaPresse l’avvocato Paolo Iafrate: “Il Decreto Legge 23 ottobre 2024, n. 158 con disposizioni urgenti in materia di procedure per il riconoscimento della protezione internazionale, prevede che l’elenco dei Paesi di origine sicuri debba essere aggiornato periodicamente con atto avente forza di legge ed è notificato alla Commissione europea. Ai fini dell’aggiornamento dell’elenco, il Consiglio dei Ministri delibera, entro il 15 gennaio di ciascun anno, una relazione nella quale, compatibilmente con le preminenti esigenze di sicurezza e di continuità delle relazioni internazionali, riferisce sulla situazione dei Paesi inclusi nell’elenco e di quelli dei quali intende promuovere l’inclusione”, conclude l’avvocato Iafrate.

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