I due arresti sono stati eseguiti dalla Gdf capitolina, che ha eseguito perquisizioni e sequestri

Il direttore generale della Sogei, Paolino Iorio, e un imprenditore di una importante società informatica, Massimo Rossi della Italware sono stati arrestati martedì mattina e sono finiti agli arresti domiciliari nell’ambito di un inchiesta del pool di magistrati della procura della Repubblica di Roma che si occupa di reati contro la pubblica amministrazione. I due arresti sono stati eseguiti dalla Guardia di finanza del comando provinciale di Roma, che ha eseguito perquisizioni e sequestri. Secondo quanto si apprende il dirigente aveva appena intascato una presunta tangente di 15mila euro da un manager di una società che partecipava ad un bando di gara per aggiudicarsi un appalto. Iorio è stato posto agli arresti domiciliari.

L’inchiesta degli investigatori della Gdf di Roma verte sull’aggiudicazione delle gare d’appalto informatiche che venivano assegnate a due società i cui manager pagavano presunte tangenti a Iorio, accusato di corruzione e turbativa d’asta. L’imprenditore avrebbe corrisposto, secondo l’ipotesi accusatoria, con cadenza quindicinale, somme di denaro a Iorio per aggiudicazione di una gara d’appalto da 100 milioni di euro.  

Tra indagati anche ‘referente Elon Musk in Italia’

Tra gli indagati dalla procura della Repubblica di Roma, nell’ambito dell’inchiesta sugli appalti informatici alla Sogei e al ministero degli Interni e della Difesa, figura anche il nome di Andrea Stroppa, di 38 anni, che secondo gli inquirenti sarebbe il ‘referente di Elon Musk in Italia’. Secondo la ricostruzione dei finanzieri delegati per le indagini, un militare della Marina Militare, “nell’apprendere del progetto volto all’acquisizione da parte del Governo del sistema satellitare realizzato e fornito da un noto gruppo statunitense, approfitta dello svolgimento presso il VI reparto di cui fa parte di una riunione sul tema per agganciare e contattare successivamente il referente italiano del Gruppo, Andrea Stroppa”.

Sogei: “Se c’è stata corruzione noi parte lesa”

Sogei esprime piena fiducia nella magistratura, a cui sta prestando totale supporto, e si dichiara indiscutibilmente estranea ai fatti. Ove i fatti contestati fossero acclarati in maniera definitiva l’azienda si dichiarerà parte lesa e si tutelerà nelle sedi competenti”, ha dichiarato Sogei in una nota.

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