Il viceministro della Giustizia: "Serve gioco di squadra di tutte le società"

“Io non credo esista una ricetta salvifica, la costruzione di uno sport più etico, soprattutto in certi luoghi, è lunga ed esige un gioco di squadra di tutte le società. Probabilmente la soluzione può essere una sorta di “comitato etico”, che possa consentire all’interno delle proprie tifoserie un paziente lavoro di rieducazione, se c’è da rieducare, e di educazione se c’è da educare”. Lo ha detto il viceministro della Giustizia Francesco Paolo Sisto, intervenuto a Milano alla presentazione nuova edizione del “Codice di giustizia sportiva FIGC”, ai cronisti che gli chiedevano se per contrastare la criminalità nelle tifoserie servisse una riforma sul modello inglese della Thatcher. “Le regole ci sono -continua Sisto- poi c’è anche il buonsenso sotto il profilo etico, non solo sotto quello giuridico. Il fenomeno ultras è delicato, alle società il compito di fare in modo che il pubblico sia educato ed eviti tracimazioni che certamente non fanno bene alla squadra e allo sport. Le regole ci sono nel codice penale, civile e anche nei regolamenti sportivi, rispettarli è un dovere di tutti”.

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