Il neodirettore a LaPresse: "Focus su digitalizzazione e apertura al territorio"

L’Archivio di Stato come luogo “aperto alla città” – cittadini, scuole e associazioni culturali – con un patrimonio “fruibile sempre più a tutti” attraverso forme di valorizzazione “innovative e alternative” come podcast o attività di ‘gamification’. E’ l’idea del nuovo direttore dell’Istituto meneghino di via Senato, Stefano Leardi, che dal 20 maggio è subentrato ad Annalisa Rossi.

Classe 1986, 38 anni non ancora compiuti, Leardi è entrato in servizio a Palazzo del Senato, sede storica dell’Archivio milanese da quasi 150 anni, dopo aver firmato l’incarico proposto dal Direttore generale Archivi del Ministero della Cultura, Antonio Tarasco. Archivista e dottore di ricerca in storia antica, già direttore dell’Archivio di Stato di Biella, Leardi è il secondo più giovane vincitore del concorso della Scuola Nazionale dell’Amministrazione (Sna) e Fondazione Scuola dei beni e delle attività culturali.

Stefano Leardi: “Rendere Archivio di Stato un polo culturale vivo e aperto”

Nel 2021 è stato insignito del premio come miglior dipendente dell’anno della Direzione Generale Archivi del Ministero della Cultura. Da tre anni è docente presso il Corso di Alta Formazione in Archivistica Contemporanea presso l’Archivio Centrale dello Stato con moduli su forme innovative di valorizzazione del patrimonio archivistico.

Obiettivo del nuovo direttore è migliorare la fruizione del ricchissimo patrimonio archivistico di via Senato, “anche con forme innovative di valorizzazione, che possano rendere sempre più l’Archivio di Stato di Milano un polo culturale vivo e aperto al dialogo con la cittadinanza e con le diverse realtà culturali del territorio”. “L’Archivio di Stato di Milano è uno degli archivi più conosciuti, belli e apprezzati del Paese. Qui ho trovato una sede meravigliosa, per la sua storia e bellezza. E poi ho trovato un personale molto motivato, competente e anche giovane, che ha voglia di lavorare e mettersi in gioco per i progetti futuri” spiega Leardi in una intervista a LaPresse.

Focus su digitalizzazione e apertura al territorio

“A prescindere dalla forma di fruizione, in presenza o in digitale da remoto, gli archivi conservano i dati originali. L’input che abbiamo ricevuto dalla Direzione generale Archivi è di spingere molto sulla loro digitalizzazione, rendendoli immediatamente fruibili ai nostri utenti”. “Uno dei più grossi problemi – sostiene il neo direttore – è che le persone, anche quelle con studi avanzati, non sanno bene cosa sia un Archivio di Stato, e questo è un punto che ci deve far riflettere moltissimo. Noi non siamo un luogo chiuso e pieno di faldoni polverosi, ma un luogo che conserva la storia della nostra comunità, quindi dobbiamo trovare modi innovativi per comunicare e far capire questa importanza”.

Per Leardi, “forme innovative e moderne di valorizzazione se ne possono fare tantissime. Per esempio aumentando le visite guidate, ma anche lavorando con i podcast e altre attività di ‘gamification’, quindi ludiche, che vanno a veicolare un contenuto molto importante a livello scientifico ma con tempi e linguaggi adeguati ai tempi”. Altro aspetto fondamentale, per il neo direttore, è che “noi ci troviamo in un palazzo storico nel centro di Milano, quindi oltre al contenuto di carattere archivistico anche il contenitore ha un passato glorioso. L’idea è dunque di favorire la conoscenza di questo luogo da parte di un pubblico eterogeneo, coinvolgendo anche le scuole, le associazioni e le realtà culturali di cui Milano è ricchissima”.

Proprio nell’ottica di apertura al territorio, a breve sarà presentato il primo catalogo dell’offerta didattica dell’Archivio di Stato di Milano, “un opuscolo che serve a veicolare alle scuole della città le nostre proposte suddivise per classi ed età”, sottolinea. E poi ci sono i progetti del Pnrr – 13 quelli gestiti direttamente dall’Archivio milanese – legati soprattutto all’accessibilità e all’abbattimento delle barriere, sia fisiche e cognitive, nell’ottica di rendere il patrimonio fruibile a tutti”, conclude. 

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