Il presidente della Liguria a Spinelli: "Risolta la pratica di tuo figlio, ora ci serve una mano"

L’ordinanza di custodia cautelare con cui il Gip del tribunale di Genova, Paola Faggioni, ha disposto gli arresti domiciliari per corruzione per il presidente della Liguria, Giovanni Toti, è lunga 654 pagine. Al suo interno i dettagli delle accuse rivolte al governatore, incentrate (tra l’altro) sull’aver ricevuto decine di migliaia di euro da imprenditori in cambio dello sblocco di alcune pratiche edilizie

“Toti chiese una ‘mano’ in almeno 4 elezioni”

Nelle carte dell’inchiesta si legge che Giovanni Toti “nell’imminenza di almeno 4 diverse competizioni elettorali” avrebbe incontrato l’imprenditore Aldo Spinelli, anche lui indagato, “quasi sempre sullo yacht dell’imprenditore al sicuro da ‘sguardi indiscreti’) per chiedere “esplicitamente una ‘mano’ per le imminenti elezioni” con l’imprenditore che rispondeva “chiedendo ‘la sistemazione’ di varie pratiche di suo interesse‘ che rientravano nelle competenze della Regione Liguria”.

Toti: “Risolta pratica tuo figlio, ora ci serve una mano”

Nel documento si legge ancora che Giovanni Toti, per aver “risolto” una pratica edilizia sempre relativa al complesso immobiliare di Punta dell’Olmo di interesse di Aldo e Roberto Spinelli e pendente presso gli uffici regionali, in data 15 febbraio 2023 “chiedeva e otteneva da Aldo Spinelli la promessa di un ulteriore finanziamento“. Nelle intercettazioni, Toti dice: “Guarda che abbiamo risolto il problema a tuo figlio sul piano casa di Celle… ora facciamo la pratica, si può costruire… l’abbiamo risolto stamattina. Quando mi inviti in barca? Così parliamo un po’ ora che ci sono le elezioni, c’abbiam bisogno di una mano…”. E Spinelli risponde: “Quando vuoi! Dimmi te quando vuoi… Vieni tutti i giorni, io sono in barca“.

Da Spinelli allusioni a contributi ‘non ufficiali’ a Toti

All’interno della “continua trattativa” per l’acquisizione di nuove aree portuali portata avanti da Aldo Spinelli “si ponevano alcune allusioni dell’imprenditore rivolte a Giovanni Toti, concernenti la possibilità di destinare a questi non solo contributi “ufficiali” del ‘2 per mille’ ma anche ulteriori contributi (evidentemente non ufficiali) ma solo una volta ottenute le aree richieste, si legge ancora nell’ordinanza della gip. “E belìn! Ridi, te! Però, adesso, il 2 per mille lo dedichiamo tutto a te, eh?“. E ancora “Quello… Quello ufficiale è il due per mille… Tutto il resto… Il resto dopo“, dice a Toti l’imprenditore, in riferimento alle richieste di essere agevolato nella concessione delle aree Ex Carbonile e alla contestuale richiesta di contributi da parte di Toti.

Toti: “Proroga Terminal Rinfuse vediamo di farla prima possibile”

“Senti, io sono buttato in barca da.. da Aldo (Spinelli ndr), quando gliela portiamo sta proroga in comitato?”. “Digli di stare tranquillissimo, noi nel giro di due settimane facciamo tutto“. Così recita uno stralcio di un’altra intercettazione all’interno del documento. Al telefono sono Toti, il primo a parlare e che telefona dallo yacht di Aldo Spinelli, e Paolo Emilio Signorini, ex presidente dell’Autorità di Sistema portuale del Mar Ligure Occidentale, anche lui arrestato nell’ambito dell’inchiesta. Il colloquio è datato 2021. Oggetto conversazione la velocizzazione delle pratiche per approvare il rinnovo trentennale della concessione del Terminal Rinfuse di Genova alla società controllata al 55% da Spinelli, che deve essere deciso dal comitato di gestione dell’autorità portuale. “Portiamo in comitato quella roba il prima possibile che è… inc…ma se riusciamo a farlo entro la metà di settembre torna comodo anche a me”, si sente. Secondo le ricostruzioni dei magistrati in questo contesto veniva accettata “la promessa di un finanziamento al Comitato Giovanni Toti Liguria“. “Dovevano farle un mese fa, belin” , dice una voce in sottofondo alla telefonata di Toti, che per i pm sarebbe quella di Aldo Spinelli, e il rimando è alla convocazione del comitato portuale. “Vediamo di farlo il prima possibile”, chiosa il governatore ligure.

“Porta il caviale” era richiesta di finanziamenti da Toti

In un’altra intercettazione, datata 9 febbraio 2022, Toti dice a Spinelli: “Sei contento che ti ho portato Draghi e ti ha detto che ti fa la diga…“: chiede all’imprenditore se avesse apprezzato che l’allora premier Mario Draghi, in occasione della visita a Genova, avesse dato rassicurazioni sulla futura realizzazione della diga foranea. “No guarda… Sono veramente, non felice, di voi tre, ma di più, perché immagino che quello sia un colpo veramente eccezionale… Ma siete stati veramente bravi, perché io è 30 anni che lotto per la diga“, risponde Spinelli, riferendosi – come si legge nell’ordinanza della gip di Genova Faggioni – a Toti, all’allora presidente dell’Autorità portuale Paolo Emilio Signorini e al sindaco di Genova, Marco Bucci. “Ora ci vediamo a festeggiare, dai – propone quindi Toti -, porta un po’ di caviale da Monaco, che la settimana prossima veniamo a mangiare una patata col caviale in barca”. Spinelli, “avendo perfettamente compreso le finalità dell’incontro (volta ad ottenere dei finanziamenti)” – scrive la gip – accettava la proposta di Toti, non lasciandosi però sfuggire l’occasione per “mettere sul piatto” anche un ulteriore argomento di interesse per il proprio gruppo imprenditoriale “eh va bè dai… Vediamo il Piano Regolatore, dai! Ok!”

Cozzani a Confindustria: “Vi ho raddoppiato soldi con una leggina”

In un filone separato della stessa inchiesta, il gip di La Spezia Mario De Bellis, con altre 211 pagine di ordinanza, ha disposto gli arresti domiciliari per il capo di gabinetto di Toti, Matteo Cozzani, ex sindaco di Porto Venere, e altri tre imprenditori con l’accusa di corruzione e turbativa d’asta, oltre al divieto di esercitare attività d’impresa per altri 5 imprenditori. Intercettato al telefono e parlando con il direttore commerciale del Salone Nautico Internazionale di Genova, Alessandro Campagna, Cozzani ha detto: “Abbiamo portato in Giunta la leggina per il tuo salone eh“. Poi aggiungeva al presidente di Confindustria Nautica, Saverio Cecchi: “Scusa eh Saverio, io sono arrivato che al Nautico gli venivano riconosciuti 350.000 euro. Scarsi nel 2020 no? Ora Campagna esce con 780.000 euro. Anche la banchina t’hanno fatto grazie a me, ricordatelo”. Secondo l’inchiesta del Nucleo Pef della Guardia di Finanza di La Spezia, il capo di gabinetto di Toti avrebbe raddoppiato i contributi pubblici al Salone (dai 400.000 del 2020 ai 780.000 del 2022) facendo approvare una legge sulla “strategicità” del Salone Nautico Internazionale di Genova come “manifestazione finalizzata alla promozione sui mercati internazionali delle produzioni liguri del settore nautico” e la possibilità, quindi, di accedere a fondi europei per lo sviluppo. “Il 31 luglio viene approvata” diceva al leader di Confindustria. “Grande! grande! grande! grande! grande! – la risposta di Cecchi – Io invece ho sistemato per te, amico“. Secondo le accuse in cambio gli imprenditori avrebbero acquistato migliaia di euro di brick di acqua dalla società del fratello, Filippo Cozzani, e pubblicità per le aziende di famiglia nel corso delle fiere. Il 30 giugno 2022 Filippo Cozzani avrebbe richiamato gli organizzatori del Salone Nautico. “Mi ha dato il numero Matteo, perché io ho un’azienda che crea delle bottigliette in tetrapak. Volevamo parlare se ci fosse la possibilità di fare o un brick totalmente personalizzato dell’evento, quindi del salone”. Di fronte al successo dell’iniziativa andata in porto (“hai visto la pubblicità che ti ho fatto?” dice Campagna a Cozzani fratello) i manager del Salone proseguono. “Adesso ce la portiamo a tutti i saloni esteri perché noi facciamo il Metz, Dusseldorf, Dubai, Miami”.

Cozzani: “Da spiaggia in Palmaria 350mila euro nero incluso”

Dalla ordinanza de La Spezia emerge anche che uno stabilimento balneare sull’isola Palmaria da costruire nell’area dell’ex cava Carlo Alberto sarebbe valso “un milione e mezzo di fatturato” e “350mila euro di utili ‘nero’ compreso“. Lo avrebbe detto Cozzani la sera del 24 gennaio 2022 a una cena in un ristorante di Milano con gli imprenditori Raffaele, Gino e Mirko Poletti, proprietari del Grand Hotel di Portovenere e interessati all’affare. L’incontro è stato registrato fra le 21.46 e le 23 dai militari della guardia di finanza, che indagano sulla realizzazione dell’impianto. L’area è stata ora sequestrata nell’ambito dell’inchiesta per corruzione. Un territorio di “area marina ad elevato valore ambientale, storico e culturale” e “patrimonio universale dell’Unesco“, scrive il gip. Secondo gli investigatori l’ex sindaco avrebbe agevolato gli imprenditori nell’ottenere i permessi manipolando alcune carte, in particolare contro l’ostacolo rappresentato dalla Soprintendenza. “Cosa dice sta rimbambita?” chiede Cozzani a un architetto del Comune di Portovenere. “Ma sono matti proprio guarda – la risposta – Adesso viene fuori che secondo loro la forma della piscina fatta cosi a laghetto ci sta meno bene di quanto ci stava bene quella di prima”. “Eh vabbè – dice Cozzani – ci metto una prescrizione di farla quadrata, chi se ne frega. L’importante che non dia parere negativo, che cazzo. Perché sennò io me ne sbatto il cazzo, faccio fare il parere ugualmente poi se lo impugneranno se vogliono”.

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