Annarita Torriero è stata chiamata a deporre dopo che nel 2008 il brigadiere Tuzi le confidò di aver incontrato la ragazza

Io nella caserma non l’ho mai vista, quando io andavo in caserma non c’era nessuno e, se entrava qualcuno e noi lo vedevamo dalla telecamera, perché Tuzi era di piantone, io andavo via. La conoscevo, la vedevo sul corso di Arce con altri ragazzi, e dicevo come fa una brava ragazza come quella a stare in quella compagnia con il figlio del maresciallo Mottola”. È stata la testimonianza, davanti ai giudici ed alla giuria popolare della prima Corte d’Assise d’Appello di Roma, della super teste, Annarita Torriero, la donna con la quale, Santino Tuzi, il sottoufficiale all’epoca in servizio alla stazione del carabinieri di Arce, in provincia di Frosinone, che si suicidò con un colpo di pistola nel 2008, sette anni dopo l’omicidio di Serena Mollicone, la ragazza d 18 anni trovata cadavere a giugno del 2001 nel bosco di Fonte Cupa.

La testimone è stata chiamata a deporre, dopo che nel 2008 il brigadiere Tuzi, le confidò di aver visto entrare Serena in caserma. Il racconto della donna, frammentario e lacunoso, è avvenuto nel corso del processo d’Appello che vede imputati l’ex comandante della stazione dei carabinieri di Arce, Franco Mottola, il figlio Marco, la moglie Annamaria, il carabiniere, Vincenzo Quatrale, con il collega, Francesco Suprano, quest’ultimo accusato di favoreggiamento. 

Teste Torriero: “Tuzi sconvolto prima dell’interrogatorio”

“Ricordo dell’ultimo incontro: lo vidi troppo confuso, sudava, mi disse oggi mi porto la pistola, gli chiesi di posare la pistola ma lui non voleva. Mi sono messa paura. Mi voleva abbracciare e baciare ma io non volli poi appena uscito chiamai i carabinieri, dissi che non stava bene. Avevo capito che poteva commettere un gesto insano. Tuzi l’ho visto preoccupato durante le indagini sulla vicenda di Serena Mollicone. Dopo la morte della ragazza lo vedevo strano, quando passavamo sul luogo dove l’hanno ritrovata cambiava d’umore, diventava rosso. Non era lo stesso ma non mi ha mai confidato di stranezze del maresciallo Mottola dopo quella morte. Lui non si è ucciso per me”. È un’altra parte della testimonianza di Annarita Torriero, nel corso del processo d’Appello, per l’omicidio di Serena Mollicone, uccisa a giugno del 2001 ad Arce in provincia di Frosinone, che vede imputati l’ex comandante della stazione dei carabinieri di Arce, Franco Mottola, il figlio Marco, la moglie Annamaria, il carabiniere, Vincenzo Quatrale, con il collega, Francesco Suprano, accusato di favoreggiamento. 

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