Sul rientro in Italia di Chico Forti “i tempi tecnici parlano di almeno due mesi. Settimana più settimana meno”. A dirlo a LaPresse è Gianni Forti, zio dell’italiano condannato all’ergastolo in Florida (Usa) per un omicidio avvenuto nel 1998. “Nel documento firmato dal governatore (Ron DeSantis, ndr) e quindi trasmesso al Ministero ci sono delle tempistiche precise e quindi bisognerà assolutamente rispettarle”, ha continuato Forti spiegando che “finalmente il nostro incubo e specialmente quello di Chico sta per finire dopo 25 anni. Aspettare pochi mesi ora non è niente“. Ha poi aggiunto che “già tre anni fa abbiamo passato un po’ questo entusiasmo dopo l’annuncio dell’allora ministro Di Maio. Poi però è finito tutto in fondo a un cassetto burocratico e ci siamo trovati ancora senza risposte. Quando ho sollecitato Di Maio se ne è lavato le mani, dicendomi che non era più competenza sua. Devo dire che avevamo perso le speranze”.
Iter per il trasferimento già avviato
Sull’attuale stato del trasferimento di Forti in Italia, lo zio ha detto che il 65enne “non è ancora stato trasferito dal carcere statale a uno federale“. Questo è il primo passo da fare per il trasferimento in Italia e “spero avvenga il prima possibile”. L’uomo ha detto però di sapere “per certo che l’iter burocratico che prevede la convenzione di Strasburgo è già avviato, quindi i due ministeri della giustizia cioè quello americano e quello italiano hanno già inviato i documenti necessari alla Corte di appello“. Il Ministero italiano poi “invierà i documenti all’autorità giudiziaria, che a sua volta dovrà riconoscere la sentenza e metterla in esecuzione”. Si tratta dunque solo di una questione di tempo. “In Italia non esiste un ergastolo come quello americano e l’accordo prevede che non ci sia la revisione del processo. Lui rientra in Italia come detenuto e quindi ha accettato la sua pena“, ha spiegato ancora Gianni Forti, precisando “che dovrà essere stabilito come verrà commutata la pena”.
“Sua mamma finalmente potrà abbracciarlo”
La gioia più grande? “La mamma finalmente potrà riabbracciare suo figlio“. Gianni Forti ricorda: “Quando l’ho vista io era sotto shock ancora e quindi ha parlato poco e si è messa a piangere. Finalmente però erano lacrime di gioia. Quando Chico l’ha chiamata il suo cuore ha iniziato a battere in maniera pericolosa”. Secondo il suo racconto, “quando Giorgia Meloni ha chiamato Chico in carcere è stato concesso poi a lui il permesso di chiamare sua mamma e ha raccontato che c’è stato un tripudio tra gli altri detenuti, tutti aspettavano questa cosa”. Infine, lo zio di Forti ha detto di sperare che un giorno si potrà anche dimostrare l’innocenza del nipote rispetto all’accusa di omicidio. “Chico ha perso tutto, quando è stato arrestato aveva tre figli piccolissimi, uno di undici mesi, uno di due anni e uno di quattro che non ha mai più rivisto. In carcere l’anno scorso è diventato nonno. Proprio ieri la nipotina che non ha mai visto ha compiuto un anno. Loro vivono alle Hawaii. La moglie si è rifatta una vita, aveva solo 27 anni e si è ritrovata sola ma quando sono venuti in Italia ci sono sempre venuti a trovare. Spero che un domani potremmo anche dimostrare la sua innocenza“, ha concluso.