Secondo quanto si apprende, la ragazza sarebbe intervenuta durante una lite tra padre e madre
Ha risposto a tutte le domande dei pm la 19enne Makka Sulaev, accusata di aver ucciso a coltellate il padre, ieri, nella loro abitazione di Nizza Monferrato nell’Astigiano. Secondo quanto si apprende, dagli accertamenti svolti e dalle testimonianze raccolte dai carabinieri che indagano sull’omicidio, coordinati dalla procura, è emerso un quadro di violenze familiari da parte del padre Akhyad Sulaev (la vittima 50enne) nei confronti della moglie e dei figli. Gli accertamenti sono ancora in corso. La figlia, Makka, avrebbe confermato le violenze davanti ai pm, raccontando di essersi frapposta tra il padre e la madre durante una lite.
La ragazza, che frequenta una scuola superiore della città, è la più grande di quattro fratelli, gli altri sono tutti minori. Le violenze andavano avanti da anni. La famiglia è in Italia da qualche anno, prima è stata in un altro Paese all’estero.
I carabinieri di Canelli e Nizza Monferrato, in provincia di Asti, sono intervenuti ieri sera in via San Giovanni di Nizza Monferrato venerdì sera dove è stato rinvenuto il cadavere. L’uomo è stato accoltellato durante una lite. Sul posto è intervenuto il magistrato della Procura di Alessandria che, con i militari ha raccolto le testimonianze delle persone che erano nell’abitazione al momento dei fatti. La figlia è stata fermata nella notte e secondo quanto si apprende avrebbe risposto a tutte le domande dei pm.
Non risultano ai carabinieri che indagano denunce formali di maltrattamenti o violenze in famiglia. Il quadro di violenze che la 19enne avrebbe subito per diverso tempo insieme alla madre emergerebbe però dalle testimonianze e dagli elementi raccolti dagli investigatori. Non è ancora chiaro se le violenze si consumassero anche nei confronti dei tre figli minori della coppia.
Alex Cotoia: “Notizie come questa riaprono ferite”
Notizie come quella di Nizza Monferrato “sono un colpo al cuore e riaprono ancora di più le ferite mai rimarginate e che non si rimargineranno mai forse”. A dirlo, tramite il suo legale Claudio Strata, interpellato da LaPresse, è Alex Cotoia, che nel 2020 uccise il padre a coltellate a Collegno, Torino. Il giovane ha sempre sostenuto di averlo fatto per difendere la madre, il fratello e se stesso dalle violenze del padre Giuseppe Pompa: assolto in primo grado, in Appello è stato condannato a 6 anni 2 mesi e 20 giorni, dopo che il suo caso era finito anche in Consulta per una questione di bilanciamento delle attenuanti. La Corte ha però inviato gli atti alla procura perché siano valutate le posizioni della madre e del fratello. Sia Alex (che ha preso il cognome della madre) che la donna, contattati da LaPresse, non vogliono aggiungere altro poiché la loro vicenda giudiziaria ancora non è conclusa e poiché “il dolore”, leggendo notizie di questo tipo, è per loro “molto grande”.
Il sindaco di Nizza Monferrato
“Non c’erano segnali e nulla che potesse far pensare a una cosa del genere. Siamo vicini alla famiglia per il dolore che stanno vivendo ma non c’erano avvisaglie o segnali di violenza. Era una famiglia normale”. Lo dice a LaPresse Simone Nosenzo, sindaco di Nizza Monferrato, dove ieri sera è stato ucciso Akhyad Sulaev, 50 anni. A essere fermata per l’omicidio la figlia Makka, 19 anni: da una prima ricostruzione la giovane avrebbe colpito l’uomo con numerose coltellate durante una lite. “Qui in paese non c’è una comunità cecena: la famiglia era arrivata qui tre anni fa ed era inserita. La giovane andava a scuola e, come il padre e la madre, lavorava in alcuni locali cittadini. Conducevano una vita regolare, non c’erano segnali di liti in famiglia, prosegue il primo cittadino. “Al momento la madre della 19enne e i tre fratelli, tutti minorenni, sono in carico ai servizi sociali e sono stati trasferiti in una struttura protetta”, conclude.
© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata