Salvatore Fais, uno dei fuoriusciti: "Tavolo con governo non ci basta, vogliamo ottenere qualcosa subito"

La protesta degli agricoltori a Roma cambia volto. Riscatto Agricolo, il movimento più rappresentativo fino a oggi nei presidi romani, ha deciso di andarsene da via Nomentana portando via 143 trattori. “Ce ne andiamo perché abbiamo ottenuto il risultato che volevamo – dice a La Presse un rappresentante del movimento – Volevamo incontrare il ministro e lo abbiamo fatto, volevamo creare un canale di comunicazione diretto con lui e lo abbiamo ottenuto attraverso il tavolo istituzionale, è ora di tornare a lavorare e pensare a organizzare la nuova fase”. Soddisfazione non condivisa però con circa la metà dei manifestanti che hanno deciso di rimanere e a cui si aggiungeranno altri trattori provenienti dal nord entro il fine settimana. “Il tavolo – spiega Salvatore Fais, uno dei fuoriusciti da Riscatto agricolo – va bene ma non ci basta, vogliamo ottenere qualcosa di immediato subito perché molte aziende non reggeranno nemmeno sei mesi”. “Veniamo da Spoleto – spiega Leonardo Fazi, nuovo arrivo al presidio – ci va bene il tavolo ma vogliamo di più e a breve termine a partire dai costi di produzione. Noi compriamo in euro e vendiamo in lire, a prezzi di 50 anni fa, così non andiamo avanti”.

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