La Procura di Roma ha rigettato la richiesta avanzata lo scorso 6 marzo dall'avvocato Stefano Maccioni

Non ricorrono i presupposti per nuove investigazioni“. È quanto si legge nel provvedimento con cui la Procura di Roma ha rigettato l’istanza di riapertura delle indagini relative all’omicidio di Pierpaolo Pasolini. La richiesta era stata avanzata lo scorso 6 marzo dall’avvocato Stefano Maccioni.

Nel provvedimento il pm Francesco Minisci afferma che gli ulteriori spunti indicati dal difensore “valutati alla luce delle imponenti attività svolte” nel precedente procedimento penale “non sono idonei a consentire l’attivazione della procedura di riapertura delle indagini“. Per il pm, in particolare. Si tratta, “di spunti aventi natura eterogenea quanto alla tipologia e generica quanto alla portata, per alcuni aspetti non focalizzati sull’omicidio ma riguardanti episodi di contorno, talora ripetitivi di attività già svolte e orientati verso soggetti già valutati, aventi ad oggetto profili già presenti nell’atto di opposizione depositato nel procedimento definito con ordinanza di archiviazione, oltre che riferiti ad un raggio investigativo dal carattere sostanzialmente perlustrativo, che non appaiono utili ad aggiungere altri elementi alla mole e alla completezza di indagini (già svolte dall’Ufficio e valutate dal Gip di Roma), tanto da condurre alla prosecuzione delle stesse”. Considerato, pertanto “che non ricorrono i presupposti epr nuove investigazioni”, il pm, “rigetta l’istanza”. 

Legale: “Decisione pm è una sconfitta”

“Prendiamo atto con malcelata amarezza della decisione presa dalla Procura della Repubblica di Roma di rinunciare all’accertamento delle effettive responsabilità per l’omicidio di Pier Paolo Pasolini. È una sconfitta per tutti coloro che credono che il nostro Stato debba arrivare a garantire Giustizia soprattutto in questa vicenda“. Così l’avvocato Stefano Maccioni commenta in una nota la decisione della Procura di Roma di rigettare l’istanza di riapertura delle indagini sull’omicidio di Pierpaolo Pasolini, presentata a marzo dallo stesso legale.

“È evidente – sostiene Maccioni – che Giuseppe Pelosi non possa essere considerato l’unico responsabile dell’omicidio ma si rinuncia a svolgere ulteriori indagini ritenendo che quelle svolte dal 2010 al 2015 siano state sufficienti. Ma se così fosse perché non si è arrivati ad una soluzione? Perché non si è mai indagato sul movente? Perché ancora una volta non si è acquisito il fascicolo relativo a Pier Paolo Pasolini custodito presso il Dis? Perché non si è ritenuto necessario sentire Maurizio Abbatino su quanto dichiarato alla Commissione parlamentare antimafia in merito alla sua partecipazione al furto delle pizza di Salò? Perché non si effettuano ulteriori accertamenti scientifici sui 3 Dna rinvenuti sulla scena del crimine su alcune persone?”. Per il legale, “a tutte queste domande i cittadini italiani e non solo non troveranno mai risposte” dunque “decidiamo di pubblicare integralmente il rigetto invitando chi sa a parlare perché non potremo mai accettare che lo Stato rinunci ad accertare la Verità“. 

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