La 58enne ha affidato a un videomessaggio le sue ultime dichiarazioni: "Per l'Asl non rientravo nei casi possibile perché non attaccata a un macchinario"

Sibilla Barbieri, regista romana di 58 anni, morta con il suicidio assistito in Svizzera, ha affidato a un videomessaggio le sue ultime dichiarazioni.”La mia Asl mi ha mandato una commissione per valutare il mio caso e ha deciso che non rientro nei casi possibili perché – e cito – ‘non sono attaccata a macchinari di sostegno vitale'”. 

“Conoscendo la sentenza dj Fabo ho provato a chiedere aiuto, ossia il suicidio assistito, a casa mia, in Italia”, dice nel messaggio diffuso dall’Associazione Coscioni. “Sono malata oncologica da dieci anni, ho fatto tutte le cure, anche le linee di trattamento anche all’estero. Non ha più funzionato e io sono una malata terminale, non ho più tempo. Questa – sottolinea – è una discriminazione gravissima tra malati oncologici e chi è in altre condizioni”.

Barbieri: “Io ho 10mila euro per andare in Svizzera. Grave discriminazione”

Nel video messaggio Barbieri prosegue: “Ho deciso liberamente e consapevolmente di ottenere aiuto dalla Svizzera, possiedo i 10mila euro necessari e posso ancora andarci fisicamente anche se sono al limite. Ma tutte le altre persone condannate a morire da una malattia e che non possono perché non hanno mezzi e sono sole, o che non hanno le informazioni? Questa è una grave discriminazione a cui lo Stato dovrebbe porre rimedi”. Lo dice Sibilla Barbieri, regista romana di 58 anni, morta con il suicidio assistito in Svizzera, che ha affidato a un videomessaggio le sue ultime dichiarazioni. “Voglio ringraziare l’associazione Coscioni, i disobbedienti e voi per avermi ascoltato al posto dello Stato”, conclude.

 

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