Stop di 20 giorni e una sanzione di circa 3.000 euro per non aver seguito le istruzioni della cosiddetta guardia costiera libica

La nave Sea Eye 4 è stata sottoposta a un fermo amministrativo di 20 giorni e una multa di circa 3.000 euro. La nave della Ong è accusata, di non aver seguito le istruzioni della cosiddetta guardia costiera libica. Lo rende noto la stessa Ong.

“La cosiddetta guardia costiera libica – spiega – sotto minaccia di violenza, ha chiesto al Sea Eye 4, in acque internazionali, di cambiare rotta e di abbandonare la zona di mare in direzione nord. La cosiddetta Guardia Costiera libica ha poi molestato un gommone che trasportava circa 50 persone a tal punto che le persone sono state prese dal panico e sono cadute in acqua. Sea-Eye ha pubblicato un filmato dell’incidente che mostra chiaramente i libici che eseguono manovre pericolose nelle immediate vicinanze del gommone”, conclude la Ong. 

Nuova multa da parte dell’Italia

La nave Sea-Eye 4, appartenente ad una delle ong tedesche che si occupa di salvataggio in mare e che riceve i finanziamenti da parte del governo di Berlino, è stata nuovamente multata e sottoposta a fermo amministrativo per la terza volta nel 2023. Come rende noto la ong in un comunicato “ieri (lunedì) pomeriggio il capitano della Sea-Eye 4 è stato informato che la nave di soccorso sarebbe stata nuovamente punita con un fermo amministrativo di 20 giorni e con una multa di circa 3.000 euro. Nello specifico, la Guardia Costiera italiana accusa l’equipaggio della nave di non aver seguito le istruzioni della cosiddetta Guardia Costiera libica”. “La cosiddetta Guardia Costiera libica, sotto minaccia di violenza, ha chiesto alla Sea-Eye 4 in acque internazionali di cambiare rotta e abbandonare la zona di mare a nord. La cosiddetta Guardia Costiera libica ha poi tallonato un gommone con circa 50 persone al punto che è andato nel panico e che le persone a bordo sono cadute in acqua. Sea-Eye ha pubblicato un filmato dell’incidente che mostra chiaramente che i libici hanno effettuato manovre pericolose nelle immediate vicinanze del gommone”, recita ancora la nota della ong.

Sea-Eye ha annunciato che “intenterà una causa contro il terzo arresto della nave di salvataggio nel 2023”. Inoltre, l’organizzazione di salvataggio in mare “farà effettuare una revisione legale per determinare se i ritardi nell’evacuazione medica di una donna incinta salvata dalla Sea-Eye 4 possano essere giustificabili”. “La direzione operativa di bordo aveva chiesto venerdì l’evacuazione della donna incinta per diverse ore perché era in pericolo di vita. Il centro di controllo dei soccorsi a Roma ha poi fatto riferimento alla responsabilità della Libia e si è rifiutato di coordinare l’evacuazione. Tuttavia, la Libia non ha inviato risposta alla richiesta di Sea-Eye 4”, afferma ancora il comunicato, aggiungendo che dal centro di controllo del salvataggio marittimo di Roma (Mrcc) è arrivato “infine l’ordine alla Sea-Eye 4 di dirigersi verso Lampedusa.

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