Arriva anche l'allarme delle agenzie Onu: "Nel Mediterraneo 22mila morti in 10 anni"
Dal primo gennaio 2023 ad oggi sono 2.093, su un totale di 2.356 complessivi, i migranti morti o dispersi nelle acque del Mediterraneo, nella rotta verso l’Italia. Sono i dati diffusi dalla Fondazione Ismu, iniziative e studi sulla multietnicità, alla vigilia della Giornata mondiale della Memoria e dell’Accoglienza, che si celebra domani, in ricordo delle 368 vittime del naufragio di Lampedusa, avvenuto 10 anni fa. Per la Fondazione, dunque, il viaggio verso l’Italia si conferma la più rischiosa e pericolosa fra le tre rotte mediterranee, la centrale verso l’Italia, l’orientale che porta in Grecia e quella occidentale verso la Spagna.
Agenzie Onu: “Nel Mediterraneo 22mila morti in 10 anni”
Nel corso degli ultimi dieci anni, il Mediterraneo centrale è stato teatro di continui naufragi e incidenti che hanno causato in totale almeno 22.300 morti. Solo nel 2023, sono già oltre 2.000 i morti e dispersi lungo la rotta. È quanto invece evidenziano l’Oim, Organizzazione Internazionale per le Migrazioni, l’Unhcr, l’agenzia delle Nazioni Unite per i Rifugiati, e l’Unicef, il Fondo delle Nazioni Unite per l’Infanzia, nella Giornata nazionale della Memoria e dell’Accoglienza, istituita per legge nel 2016 per onorare i 368 rifugiati e migranti morti nel tragico naufragio avvenuto al largo di Lampedusa il 3 ottobre 2013 e tutti coloro che hanno perso la vita nel tentativo di trovare sicurezza e protezione in Europa. Secondo le recenti stime diffuse dall’Unicef sarebbero almeno 289 i minori, 11 ogni settimana.
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