Il parrocco durante la cerimonia: "Una donna affamata di vita"

A Roma nella cappella interna dell’ospedale San Filippo Neri, i funerali di Rossella Nappini, l’infermiera 52enne uccisa a coltellate lunedì scorso nell’androne di un palazzo in via Giuseppe Allievo al Trionfale. “Eri affamata di vita. Desideravi l’amore pieno. Ora sei nella pienezza di vita. Il Padre di accoglie come figlia nella Sua Casa”. Con queste parole, dopo la lettura del passo evangelico sulla resurrezione di Lazzaro del Vangelo di Giovanni, l’ officiante al funerale ha commentato la tragedia atroce”.”L’uomo è un essere fragile ma nella sua fragilità è anche capace di commettere atti atroci contro natura – ha concluso il sacerdote tra gli applausi e le lacrime dei presenti”. Nelle prime file è seduta Monica, la sorella della vittima.

La madre benedice la bara col sacerdote

Attimi di commozione si sono vissuti prima della fine del funerale. La madre dell’infermiera uccisa, insieme con l’officiante e la sorella Monica che l’hanno sorretta, ha benedetto con l’acqua santa il feretro della figlia, sulla quale è stata deposta una corona di fiori e diversi mazzi di rose.A fine cerimonia alcune colleghe l’hanno ricordata con parole toccanti: “Rossella, sei l’ultima vittima di una lunga serie, te che avevi una fragilità nascosta in un cassetto, sarai e rimarrai sempre qui con noi”. Fuori, sulla scalinata, che porta all’edificio centrale del San Filippo Neri, sono stati deposti alcuni mazzi di fiori, accanto a diverse scarpe femminili di colore rosso come simbolo della lotta contro la violenza alle donne ed ai femminicidi.

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