Il barchino sul quale viaggiavano era salpato da Sfax, in Tunisia: era senza motore

Quarantuno migranti risultano morti dopo che un barchino, salpato da Sfax in Tunisia, si è ribaltato durante la navigazione a causa di una grossa onda ed è affondato nel canale di Sicilia. A raccontare l’ennesima tragedia sono i quattro superstiti che viaggiavano con loro e che sono stati salvati da una motonave e poi trasbordati dalla Guardia costiera a Lampedusa.

Barchino senza motore: ipotesi pirateria

Il barchino era senza motore fuori bordo ed è possibile che i 4 superstiti del naufragio siano rimasti in balia delle onde per giorni. Si apprende sull’inchiesta della Procura di Agrigento per naufragio e omicidio e che ad inizio agosto ha acceso la luce proprio su un nuovo fenomeno di pirateria internazionale lungo la rotta del Mediterraneo centrale con le imbarcazioni dei migranti aggredite da predoni – finti pescatori tunisini – per essere derubati di soldi, cellulari e motori da rivendere. L’imbarcazione è salpata da Sfax nei giorni in cui il mare era in condizioni proibitive, come mostrano le immagini diffuse dalla Guardia costiera italiana nelle scorse ore. La città costiera tunisina è protetta nelle prima miglia di mare dalla presenza delle isole Kerkenna, un arcipelago nel Golfo di Gabes,. All’interno dell’imbarcazione in metallo – che ha perso la rott – sono state notate numerose camera d’aria inutilizzate, probabili salvagenti di fortuna.

4 sopravvissuti

“I quattro migranti arrivati a Lampedusa questa mattina che raccontano di essere sopravvissuti ad un naufragio sono all’hotspot di Contrada Imbriacola gestito dalla Croce Rossa Italiana. Sono tre minori da quanto dichiarano (due ragazzi e una ragazza) più un uomo adulto. Provengono da Guinea e Costa d’Avorio”. Lo dice la Croce Rossa Italiana in una nota.”I migranti – prosegue – raccontano che sull’imbarcazione che avrebbe fatto naufragio c’erano 45 persone partite giovedì sera da Sfax, a quanto pare persone non in relazione familiare con i sopravvissuti. I quattro superstiti al naufragio si sarebbero salvati con delle camere d’aria e poi raggiungendo un’altra imbarcazione in mare. Al momento le condizioni generali di salute sono buone e vengono assistiti e supportati dagli operatori della Croce Rossa. Verranno poi trasferiti dall’hotspot in altri centri a breve”, conclude la Cri.

La Guardia costiera libica non è intervenuta

La Guardia costiera libica non è intervenuta a soccorrere il barchino: lo apprende LaPresse da fonti informate. L’imbarcazione – partita probabilmente da Sfax in Tunisia ma che aveva perso la rotta – era stata individuata ieri da un velivolo dell’Agenzia europea di sorveglianza delle frontiere Frontex. La decisione di intervenire a grande distanza da Lampedusa è stata presa alla centrale operativa della Guardia costiera a Roma.

Procura apre inchiesta

La procura di Agrigento ha aperto un’inchiesta in seguito al naufragio. Lo fa sapere a LaPresse il procuratore di Agrigento, Salvatore Vella. I 4 naufraghi, che sono 2 uomini, 1 donna e un minore non accompagnato, sono sotto shock e sono stati accolti dal personale della Croce Rossa Italiana che gestisce l’hotspot di Contrada Imbriacola. A soccorrerli stamattina, intorno alle 7.45, è stata una motonave, poi sono stati trasbordati dalla Guardia costiera a Lampedusa. Ai soccorritori hanno raccontato di provenire dalla Guinea e dalla Costa D’Avorio e di essere partiti da Sfax in Tunisia. Il barchino di ferro nel quale viaggiavano si sarebbe ribaltato a causa di una forte onda, molti di loro non disponevano si nessun salvagente e sarebbero annegati. La procura di Agrigento ha aperto un’inchiesta, a carico di ignoti, per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e morte.

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