La portavoce del Comitato in memoria delle vittime di Genova commenta le parole dell'ex ad di Edizione Mion
“Le difese hanno continuato a dire che c’era un vizio occulto, e un vizio occulto è tale se nessuno lo sa. Qui lo sapevano tutti, tutti quelli che avrebbero potuto intervenire. Il guaio è che nessuno è intervenuto e nessuno ha parlato di questo. Se io fossi stata un cittadino al posto di Mion e nel 2010 avessi saputo questo non sarei stata zitta. Ma tutti lo sono stati”. Così a La Presse Egle Possetti, portavoce del Comitato in memoria delle vittime del ponte Morandi di Genova, commentando le parole dell’ex amministratore della holding Edizione, Gianni Mion che nel corso di un’udienza oggi in tribunale a Genova, in cui è stato chiamato a parlare come persona informata sui fatti, ha raccontato di una riunione di vertice del 2010 in cui emerse un ‘rischio crollo’ del Morandi per un difetto originario.”Omertà, incompetenza, avidità sono il comune denominatore di questa vicenda. Nessuno può dire che non si sapeva – sottolinea Possetti – continuano a emergere queste cose. Negli ultimi mesi tutte le testimonianze vanno in questo senso. Si sapeva che il viadotto era in queste condizioni ma nessuno può arrivare in aula e fare il verginello. Qualcuno avrebbe dovuto muoversi, e non si è mosso nessuno”.
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