Ecco la norma che sarà discussa oggi nel Consiglio dei ministri a Cutro

Pene più severe per i trafficanti: è una delle misure allo studio del governo e che sarà discussa oggi nel Consiglio dei ministri in programma a Cutro, luogo del naufragio di migranti di domenica 26 febbraio che finora ha causato oltre 70 vittime.

“Chiunque, in violazione delle disposizioni del presente testo unico, promuove, dirige, organizza, finanzia o effettua il trasporto di stranieri nel territorio dello Stato ovvero compie altri atti diretti a procurarne illegalmente l’ingresso nel territorio dello Stato, ovvero di altro Stato del quale la persona non è cittadina o non ha titolo di residenza permanente, quando il trasporto o l’ingresso sono attuati con modalità tali da esporre le persone a pericolo per la loro vita o per la loro incolumità o sottoponendole a trattamento inumano o degradante, è punito con la reclusione da venti a trenta anni se dal fatto deriva, quale conseguenza non voluta, la morte di più persone“. È quanto si legge nella bozza del decreto Migranti che dovrà essere esaminata questo pomeriggio dal Consiglio dei ministri a Cutro.

“La stessa pena si applica se dal fatto derivano la morte di una o più persone e lesioni gravi o gravissime a una o più persone. Se dal fatto deriva la morte di una sola persona, si applica la pena della reclusione da quindici a ventiquattro anni. Se derivano lesioni gravi o gravissime a una o più persone, si applica la pena della reclusione da dieci a venti anni“, si legge ancora.

“L’attività di controllo sulla pesca, sul commercio e sulla somministrazione dei prodotti di essa, nonché l’accertamento delle infrazioni sono affidati, sotto la direzione dei comandanti delle Capitanerie di Porto“, secondo quanto si legge nella bozza del decreto Migranti che il Cdm esaminerà oggi a Cutro, anche, “compatibilmente con i preminenti compiti militari, ai Comandanti delle navi da guerra al di fuori delle acque territoriali e dell’area di mare internazionalmente definita come zona contigua”.

Interviene anche l’Ue sul tema migranti

“I progressi (sul Patto Migrazione e Asilo ndr) stanno seguendo la traccia, quindi non siamo bloccati in alcun modo nel progresso del patto. C’era un accordo principale sull’aspetto della solidarietà nel Consiglio che ora la presidenza svedese ha tradotto in testo giuridico. Quindi penso che riusciremo a trovare una posizione in Consiglio e penso che riusciremo a trovare una posizione in Parlamento. Ovviamente il tempo è essenziale, dobbiamo concludere tutto all’inizio della Presidenza belga” cioè il primo semestre 2024. “Ovviamente il tempo è essenziale e siamo sotto pressione, ma non è un calendario irrealistico”. Così la commissaria Ue agli Affari interni, Ylva Johansson, al suo arrivo al Consiglio Affari Interni. 

Piano triennale

Il primo articolo della bozza del decreto Migranti che dovrà essere esaminata questo pomeriggio dal Consiglio dei ministri a Cutro affronta ‘Misure per la programmazione dei flussi di ingresso legale dei lavoratori stranieri’. Nel testo si legge che “per il triennio 2023-2025, le quote massime di stranieri da ammettere nel territorio dello Stato per lavoro subordinato, anche per esigenze di carattere stagionale e per lavoro autonomo, sono definite, in deroga alle disposizioni dell’articolo 3 del decreto-legislativo 25 luglio 1998, n. 286, con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri”. “Qualora se ne ravvisi l’opportunità – si legge ancora – ulteriori decreti possono essere adottati durante il triennio, secondo la procedura di cui ai commi 2 e 3. Le istanze eccedenti i limiti del decreto di cui al comma 1 possono essere esaminate nell’ambito delle quote che si rendono successivamente disponibili con gli ulteriori decreti di cui al presente comma”. Inoltre, “al fine di prevenire l’immigrazione irregolare, con i decreti di cui al presente articolo sono assegnate, in via preferenziale, quote riservate ai lavoratori di Stati che, anche in collaborazione con lo Stato italiano, promuovono per i propri cittadini campagne mediatiche aventi ad oggetto i rischi per l’incolumità personale derivanti dall’inserimento in traffici migratori irregolari”.

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