Il racconto del detenuto al consigliere lombardo di +Europa/Radicali Italiani, che si appella ai magistrati: "Ascoltate chi chiede riforma carcere duro"

Il consigliere lombardo Usuelli ha incontrato Alfredo Cospito nel carcere di Opera a Milano. “Il signor Cospito mi è parso, vigile, reattivo ed eupnoico. Mi ha detto: ‘voglio vivere’ e quando gli ho raccontato che sono pediatra mi ha subito detto che gli mancano moltissimo i fumetti. Ha saputo che il più noto fumettista italiano segue la sua iniziativa verso la umanizzazione del regime 41 Bis, ed ha sorriso con me di questo, a lungo”, ha detto il Medico e Consigliere regionale lombardo di +Europa/Radicali Italiani Michele Usuelli (candidato nella lista Patto Civico per Majorino Presidente). “Cospito viene da una storia che non è la mia: ciò che ci accumuna è lo sforzo per un regime 41 Bis, che mantenga la impossibilità di quei detenuti nel comunicare con l’esterno per la sicurezza di tutti i cittadini, ma umanizzando il più possibile questo regime detentivo. Qui finiscono i nostri valori comuni ed inizia la profonda differenza del metodo con cui si conquistano i diritti nel nostro Paese: il mio è MAI con violenza e attentati”, ha spiegato ancora Usuelli.

“Ora Cospito ha scelto, seppure con qualche contraddizione, una lotta nonviolenta contro il regime di carcere duro. Gli ho chiesto di condannare le azioni violente di questi giorni, che ci allontanano dalla possibilità di ottenere una revisione del 41bis – prosegue il medico e consigliere – . Non mi ha detto di approvare questi gesti, ma prevalendo il suo essere anarchico, non si sente di dire nulla a chi questi gesti sta compiendo, nemmeno di condannarli. Io gli ho rappresentato il fatto che ciò è un suo gravissimo errore per il raggiungimento del risultato finale. Il dialogo, circa 25 minuti, è stato serio , di ascolto, e credo su questo punto specifico possa essere utile ritornare a parlare con lui”.

Il punto, quindi, non è difendere Cospito, ma difendere lo Stato di diritto, riformando un regime carcerario contrario alla Costituzione e persino al buon senso. Ci deve essere una stada per cui i detenuti al 41bis non possano comunicare con il mondo esterno, ma senza che subiscano un trattamento inumano e degradante. Compito della politica è trovare questa modalità. La nonviolenza non ha bisogno di martiri e, come ricordava Marco Pannella, rivocando Gandhi e Martin Luther King, ‘i grandi nonviolenti non sono morti di fame, ma di piombo’. Ho chiesto a Cospito di riprendere a nutrirsi fino a che le azioni violente non fossero cessate. Non si sente di mandare messaggi; sarà utile riparlarne. Rivolgo un appello alle più alte Magistrature dello Stato affinché siano ascoltate le voci di quanti, in questi giorni, hanno pacificamente e con motivazioni nobili, chiesto la riforma del 41 bis, consapevoli che questo è solo un primo passo nella battaglia per una giustizia più giusta e un carcere conforme alla costituzione”. 

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