Luca Paladini è anche candidato alle elezioni con Majorino: "Le vite delle persone non possono essere sacchi di patate abbandonati"
Morto dopo giorni in pronto soccorso al Sacco di Milano, in barella, “rantolante”. E’ la denuncia di Luca Paladini, fondatore de I Sentinelli di Milano e candidato alle regionali con Majorino, che ha raccontato quanto sarebbe accaduto a suo padre nel capoluogo meneghino.
Paladini aveva sospeso la sua campagna elettorale dopo aver portato il padre in ospedale e in un video raccontava: “Non è un video dove vedrete delle lacrime o il tono della voce alzarsi” diceva. “Vengo dall’ospedale dove da ieri mattina si trova ricoverato in pronto soccorso mio papà – raccontava Paladini – Ieri mattina siamo andati e devo dire l’ambulanza in tempi celeri ha fatto la prima visita”: il padre aveva uno “stato infiammatorio” con “cistifellea ingrossata”. “Mi hanno detto ‘vada pure a casa, le faremo sapere'” raccontava. “Sono andato a casa ho aspettato che mi facessero sapere e verso metà pomeriggio ho iniziato a chiamare, alla 50esima chiamata alle 19 mi hanno detto ‘il quadro è in evoluzione, ci facciamo vivi noi domani'” ma “Non si è fatto vivo nessuno, ho ripreso a chiamare, penso di averlo fatto 60 volte”, spiegava, “Poi sono tornato al Sacco senza sapere se mio padre fosse vivo o morto”.
In ospedale, la situazione allo stremo: “In una situazione simile a un campo profughi”, dice, “ho riconosciuto a un certo punto mio padre” in mezzo “a questa fila di barelle”. L’uomo viene descritto come “agonizzante” e “abbandonato a se stesso” dopo 30 ore in pronto soccorso.
“Il dolore è una cosa che mi gestisco io e sono fatti miei” dice ancora Paladini, “l’indignazione però va oltre il dolore. Perché in quale mondo è accettabile l’idea, e per carità parlo consapevole che sono un pezzettino di un puzzle con miliardi di storie così, ma come è accettabile che tu consegni la salute di una persona a te cara in una struttura sanitaria pubblica, convinto che si farà il possibile e tu stesso disperato perché non hai notizie ti accorgi del grado di gravità tornando nello stesso posto e avvisando medici e infermieri ‘guardate che mio papà sta rantolando'”. E conclude deluso: “Le vite delle persone hanno ancora un valore e non possono essere dei sacchi di patate abbandonati a se stessi“.
Dopo la morte del padre per un caso che potrebbe essere associato alla malasanità, ha scritto sui social: “Non mi esce dalla testa il fatto che se non avessi dato di matto” chiedendo di entrare in PS dopo quasi 30 ore senza informazioni, mio padre sarebbe spirato nel disinteresse generale, in mezzo ad altre sessanta brandine poste in fila indiana”.
Poi, dopo i funerali: “Quello che è successo a mio padre è grave e sta dentro un sistema sanitario che é di tutta evidenza carente. Regione Lombardia ha praticato pur con molte risorse a disposizione politiche sbagliate e classiste. Se volete si discute di quello ma se dovete venire qui a scrivermi che tanto sono tutti uguali o che il covid non esiste, alla larga grazie. Ho poca pazienza e ancora meno voglia di leggervi”.
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