La vittima era scappata dalla guerra in Ucraina: è stata ammazzata a coltellate

Ancora un femminicidio in Italia. L’ultima vittima è la 23enne Anastasiia Alashri, uccisa a coltellate a Fano. Arrestato alla stazione di Bologna con l’accusa di aver ammazzato a coltellate la ex moglie un 42enne di origini egiziane. La scomparsa della 23enne, scappata nel marzo scorso dalla guerra in Ucraina, è stata denunciata da un amico domenica mattina e sono partite immediatamente le ricerche.

Fermato dai carabinieri alla stazione di Bologna l’ex marito, sottoposto a interrogatorio su dove si trovasse la donna, ha fornito agli inquirenti alcuni dettagli su dove fosse. Il cadavere della 23enne è stato ritrovato in un’area rurale di Fano, insieme a una borsa con degli indumenti da donna e due armi bianche che potrebbero avere attinenza con il femminicidio. La Procura della Repubblica di Pesaro ha emesso immediatamente decreto di fermo per il reato di omicidio notificato all’indagato presso il Comando Provinciale carabinieri di Bologna, poi rinchiuso alla casa Circondariale di Bologna. 

A marzo la fuga dalla guerra

La donna, profuga ucraina, era giunta a Fano nel mese di marzo, fuggita da Kiev a seguito degli eventi bellici, unitamente al marito di origini egiziane, classe 1980, ed al figlio della coppia di 2 anni. Negli ultimi mesi, però, a causa dell’elevata conflittualità del rapporto, Anastasiia aveva manifestato la volontà di separarsi. La situazione è andata deteriorandosi sempre più, fino allo scorso 11 novembre, quando la giovane ragazza ha deciso di rivolgersi ai Carabinieri e denunciare le vessazioni a cui suo marito da tempo la sottoponeva. Tale stato di cose aveva anche indotto la donna ad abbandonare l’abitazione e a rifugiarsi presso l’abitazione di un suo amico e collega di lavoro.

Nella mattinata di domenica, Anastasiia aveva deciso di ritornare a casa sua per prelevare degli effetti personali: e qui avrebbe incontrato l’ex convivente con cui si sarebbe innescato l’ennesimo, acceso acceso diverbio. Da quel momento si sono perse le tracce della ragazza, al punto che il suo amico, preoccupato, ha deciso di rivolgersi ai Carabinieri e denunciare l’accaduto.

Le ricerche

Le ricerche sono state avviate immediatamente, attraverso le attività di Polizia Giudiziaria coordinate dalla Procura della Repubblica di Pesaro, che vedevano impegnati i militari del Nucleo Investigativo di Pesaro-Urbino e della Compagnia di Fano che consentivano di rintracciare il presunto responsabile delle condotte di maltrattamento presso la Stazione ferroviaria di Bologna – mentre verosimilmente tentava di allontanarsi dal territorio nazionale – e di sottoporlo a fermo di indiziato di delitto per il reato di maltrattamenti in famiglia, misura al vaglio dell’autorità giudiziaria felsinea. In tale fase assai preziosa la collaborazione dei colleghi del Nucleo Investigativo e della Polfer di Bologna, questi ultimi coinvolti, su precisa indicazione dei militari, nel controllo dell’indagato e consegna agli operanti.

Alla luce dei nuovi elementi raccolti la Procura della Repubblica di Pesaro ha emesso un decreto di fermo per il reato di omicidio che è stato notificato all’indagato presso il Comando Provinciale CC di Bologna che veniva poi ristretto alla casa Circondariale di Bologna a disposizione del competente Giudice.
Sotto sequestro l’abitazione dell’indagato e il veicolo sono in corso ulteriori accertamenti di natura scientifica volti all’acquisizione di eventuali ulteriori elementi utili a ricostruire il femminicidio 

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